L’emergenza Coronavirus non ferma il ciclo di “Bottega incontra”, serie di eventi organizzati da “Bottega dell’Alpe”, l’unione di produttori agroalimentari e dell’artigianato delle vallate piemontesi e delle colline di Langhe e Roero: in attesa di tornare agli eventi aperti al pubblico, al termine dei quali degustare i prodotti in vendita sull’e-commerce www.bottegadellalpe.it, la promozione delle tipicità locali trova spazio online, in una serie di webinar nella formula di “percorsi guidati con tavoli virtuali tra ristoratori e produttori agricoli”.
Il primo appuntamento sul web ha visto protagonisti due eccellenze di Bottega dell’Alpe: l’Alta Langa DOCG (raccontata dal produttore vitivinicolo Roberto Garbarino, titolare dell’omonima azienda agricola di Neviglie) e la Nocciola Piemonte IGP (presentata da Chiara Marenda, titolare dell’azienda agricola Propi Bun di Arguello), in un dialogo tra produttori che ha coinvolto anche lo chef Stefano Paganini, titolare del ristorante “Alla Corte degli Alfieri”, presso il castello di Magliano Alfieri. Ad arricchire l’incontro online, moderato da Silvano Icardi, presidente di Bottega dell’Alpe, anche gli interventi – fra gli altri – di Angela Tartaglia, sommelier responsabile dell’associazione culturale “La Compagnia del Calice”), Amiko Amano, esperta di accoglienza turistica, Lisa Torchio, responsabile amministrativa di Bottega dell’Alpe e Pietro Ramunno, titolare dell’agenzia di comunicazione Impresso Studio.
“Speravo di festeggiare i dieci anni del mio ristorante in maniera diversa, ma la vita ci riserva sempre delle sorprese – esordisce lo chef Paganini –. Saremo presto pronti ad accogliere nuovamente il pubblico in sala, dopo questi mesi difficili, e sarà bello tornare a regalare emozioni attraverso la mia cucina. Nell’attesa, ben vengano momenti come questo, con incontri per fare rete: sono dell’idea che sia bene aiutarsi sempre, ma a maggior ragione in momenti come questo. Andando ciascuno per la propria strada non si va lontano… È importante invece fare squadra, soprattutto se si vogliono conquistare nuovi mercati: imparare a collaborare è la chiave. Parlando di cucina, mi piace molto usare la nocciola, soprattutto nella sua veste salata: in quella dolce è quasi scontata… Il sale invece esalta il suo gusto. Uno dei miei must sono i ravioli liquidi di nocciola con gli asparagi e la Roccaverano, che con le bollicine piemontesi si sposano benissimo. L’Alta Langa è un vino a tutto pasto, molto richiesto: nella mia carta dei vini, su 470 etichette, 25 sono di Alta Langa”.
“La nostra è una piccola realtà a conduzione familiare situata ad Arguello, dove ha sede la produzione, e a Cerretto Langhe, dove si trova il laboratorio di trasformazione –afferma Chiara Marenda –. Da generazioni la mia famiglia è dedita alla campagna e in particolare alla coltivazione delle nocciole… Nel 2016, insieme a mia sorella Michela abbiamo deciso di ampliare l’azienda aprendo un piccolo spazio per le lavorazioni, dalla tostatura fino alla preparazione di dolci a base di nocciola, ma anche di prodotti salati come cracker e grissini, oggi molto richiesti”.
“Dopo anni di esperienza come enologo collaborando con svariate cantine del territorio, nel 2013 abbiamo avviato la nostra azienda agricola a Neviglie, storicamente zona di moscato, iniziando a riconvertire la nostra produzione piantando chardonnay e pinot per concentrarci sull’Alta Langa – aggiunge quindi Roberto Garbarino –. Stiamo puntando molto su questo prodotto, già da tempi non sospetti, e da quest’anno abbiamo anche delle vigne a Trezzo Tinella. Il nostro core business si concentra sulle bollicine, ma produciamo anche Moscato d’Asti, per non tradire il territorio, e un rosato fermo di base pinot nero”.
“C’è bisogno di educare rispetto al metodo classico, perché nel consumatore meno esperto c’è spesso ancora troppa confusione, dovuta a un’eccessiva semplificazione: non tutte le bollicine sono uguali – gli fa eco Beatrice Carli Moretti, compagna di Garbarino –. Fortunatamente il consumatore più consapevole apprezza l’Alta Langa, prodotto con un disciplinare molto più rigido rispetto alle altre bollicine DOCG italiane, esaltando tipicità e territorialità. Cerchiamo poi di lavorare per far capire cosa significa ‘metodo classico’, una tipologia di produzione che richiede molto lavoro e molto tempo in cantina: l’Alta Langa necessita di un periodo minimo di 30 mesi sui lieviti ed è uno spumante millesimato, per cui non si possono mischiare annate diverse. Il Consorzio si sta muovendo bene e, dal mio punto di vista, il nome stesso della DOCG è molto bello: dà l’idea di territorio e di alta qualità, ed è quello che stiamo cercando di fare, sia all’Italia che all’estero”.
“L’Alta Langa è un prodotto che su un pubblico di non addetti ai lavori necessita di essere spiegato – spiega Angela Tartaglia –. Si tende ad associare la bollicina al prosecco, ma è un mondo molto più complesso. Il ruolo del sommelier, tanto al ristorante quanto in eventi aperti al pubblico, diventa cruciale, con la possibilità di raccontare i vini. E questo si può fare soprattutto durante gli eventi, con banchi di assaggio e momenti dedicati, parlando al grande pubblico e facendo educazione. Il racconto della storia della cantina, del territorio e di tutto ciò che c’è dietro al lavoro del produttore è fondamentale e va ben al di là degli aspetti organolettici e ai metodi di produzione. E vale non solo per i vini, ma per tutte le nostre eccellenze, facendo cultura del prodotto e del territorio”.
“Il mio impegno è quello di far conoscere non solo i prodotti, ma quanto c’è a monte, con la storia e la cultura del territorio: questo cerco di fare portando le persone direttamente qui dal Giappone, per vedere e assaggiare”, afferma Amiko Amano, che ogni anno porta dal Sol Levante 3 o 4 delegazioni di appassionati in Piemonte, e il cui intervento si è focalizzato sulle strategie per incrementare le vendite, partendo dal mercato nipponico.
“Questo è il primo di una serie di meeting pensati allo scopo di illustrare e far conoscere i produttori che lavorano con noi nel progetto di Bottega dell’Alpe – afferma Lisa Torchio –. Al contempo, attraverso i ristoratori e altri canali, in attesa di poter riprendere al di fuori del mondo virtuale, vorremmo far conoscere le eccellenze presenti sulla nostra piattaforma, andando oltre la semplice degustazione del prodotto, con il racconto delle storie delle aziende, valorizzandone i prodotti e promuovendo il territorio”.
“Quello proposto da Bottega dell’Alpe è certamente un format vincente, pensato per raggiungere un pubblico che sta ripensando il modo di approcciarsi all’acquisto dei prodotti. Oggi, in questa fase di distanziamento, con minori possibilità di degustazione diretta, è diventata cruciale la capacità di saper raccontare il prodotto, veicolando le informazioni attraverso i canali digitali e il mondo dei Social – chiosa Pietro Ramunno –. Chi lavora in Langhe, Roero e nelle Valli non vende solo un prodotto, ma la poesia di un territorio meraviglioso: il racconto online, con il successivo acquisto attraverso l’e-commerce, potrebbe essere il modo migliore per accorciare le distanze con chi ha nostalgia di questi territori”.
“La nostra associazione è nata 7 anni fa con lo slogan ‘Compra in valle, la montagna vivrà’, approdando all’e-commerce per facilitare vendita dei prodotti di montagna, ai quali si stanno aggiungendo le eccellenze della collina – chiude infine Silvano Icardi –. Oltre a uno spazio importante dedicato ai cestini di Natale, la strategia commerciale di Bottega dell’Alpe prevede anche la vendita diretta presso alcuni punti espositivi, tra i quali l’Alba Hotel ad Alba. Il prossimo appuntamento con “Bottega incontra” è per mercoledì 3 giugno, alle ore 18.00, sulla piattaforma Zoom. (Meeting ID: 854 0175 9763, Password: 416029, Indirizzo: https://us02web.zoom.us/j/85401759763?pwd=NzFXeUVSWFNIS1lwL1hTZ0lpdHNTUT09).
Si replicherà con il binomio Nocciole – Alta Langa, ma con attori differenti. Protagoniste dell’evento saranno l’azienda agricola Bera Di Neviglie e l’azienda agricola Cascina Valcrosa di Lequio Berria, presso il ristorante Mongalletto di Castellinaldo.