Sanità - 04 giugno 2020, 18:20

"Il Covid è stato come tanti piccoli tsunami che si sono sovrapposti". Il commissario della Asl At traccia un bilancio di questi mesi di lotta alla pandemia

In ospedale oggi, circa 50 ricoverati. Erano 200 nel momento del picco, i reparti Covid sono rimasti 2. Messori Ioli: "È indispensabile non abbassare la guardia"

"Il Covid è stato come tanti piccoli tsunami che si sono sovrapposti". Il commissario della Asl At traccia un bilancio di questi mesi di lotta alla pandemia

“Il Covid è stato come tanti piccoli tsunami che si sono sovrapposti creando delle onde come capita nelle tempeste”.

Utilizza questa frase molto efficace Giovanni Messori Ioli, commissario straordinario della Asl di Asti, per descrivere questi mesi di pandemia che hanno travolto il mondo e indubbiamente la vita di una comunità.

UNA LEZIONE CHE NON DIMENTICHEREMO

Ora che l’andamento inizia ad essere in una fase di contenimento importante, si può guardare ai mesi passati che ci hanno travolto come ad una terribile lezione che ha colto impreparati anche chi si occupa della salute pubblica.

I numeri al momento ci fanno tirare un piccolo sospiro di sollievo. Da qualche giorno non ci sono più pazienti in rianimazione e ci sono meno di 50 pazienti ricoverati rispetto ai 200 del momento del picco. I reparti Covid da 5 sono diventati 2. I guariti sono 757, i positivi 1850. Ad oggi Asti conta 236 decessi.

I TAMPONI

Il dato aggregato di tamponi effettuati con esito certo (positivo o negativo, esclusi quindi i casi in cui è stato necessario ripeterlo) è di 20.230. Non si tratta di 20.230 individui, il dato comprende i vari tamponi di verifica per le negativizzazioni (ci sono persone che hanno impiegato 60 gg con relativi 8/10 tamponi sullo stesso soggetto).

Dottor Messori, quindi la situazione sembra avviarsi ad un deciso miglioramento?

L’andamento è buono, siamo in una fase di contenimento importante dei focolai epidemici. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, è importante a questo punto riprendere una vita normale ma utilizzando delle precauzioni che dovranno far parte della nostra vita per qualche mese ancora, dall’uso delle mascherine al distanziamento. Chi arriva in ospedale nelle ultime settimane, non ha sintomi così gravi, questo, secondo uno studio su nuove analisi condotte sul ceppo isolato a Brescia, dipenderebbe dalla carica virale. In sostanza, usando le precauzioni, se anche attacchiamo il virus a qualcuno lo facciamo con poche particelle virali e il quadro è più benigno.

Da medico, da dirigente e da uomo che cosa hanno rappresentato per lei questi mesi?

Sono stati veramente tanto pesanti. Uno tsnumami come si è detto, ma io lo associo più all’immagine di tanti piccoli tsunami, ogni problema si sovrapponeva creando delle onde, come capita appunto nelle tempeste: i positivi da individuare, i pazienti in pronto soccorso, il problema delle RSA, esploso sul territorio, i sanitari da tutelare che si ammalavano e rimanevano a casa (i sanitari ammalati sono risultati 99 tra cui 20 medici, 62 infermieri e 17 Oss n.d.r.).

Tante onde anomale in ogni settore. Nessuno poteva essere preparato ad una cosa del genere, è arrivato senza che non ci si potesse prevedere. I sanitari, tutti, hanno fatto un lavoro egregio senza guardare orari, spostamenti e non smetterò mai di ringraziarli. È qui che viene fuori il lavoro emergente, ci si è aiutati a vicenda e uno più uno ha sempre fatto tre e non due a livello etico e professionale. Nessuno si è sottratto e gli astigiani lo hanno capito”.

Indubbiamente le RSA, hanno rappresentato una criticità nella criticità a cui suppongo sia stato molto difficile far fronte.

Nelle ultime 4/5 settimane ci sono casi molto marginali e la situazione si è stabilizzata anche grazie al lavoro del SISP (Servizio igiene e sanità pubblica) guidato dalla dottoressa Rivetti e dell’USCA (Unità speciale di continuità assistenziale) con la dottoressa Tamietti.

Nelle strutture in provincia sono stati effettuati 1.969 tamponi tra il personale, con 136 positivi (7,5%), e 3.175 tra gli ospiti, con 517 positivi (16,7%).

Abbiamo intanto finito l’indagine di sieroprevalenza che abbiamo fatto dosando le immunoglobulineG su tutto il personale della Asl, sono stati fatti 2400 test e abbiamo avuto una positività del 6%.

È ipotizzabile davvero, secondo i dati attualmente in vostro possesso una recrudescenza del virus in autunno?

La scoperta di questa variante meno aggressiva, se sarà confermata, apre lo scenario allo sviluppo di un vaccino attenuato in tempi molto rapidi, viceversa occorrerà stare molto attenti nell’osservare le misure di sicurezza e di distanziamento per arrivare all’autunno più preparati. Il consiglio è quello di vaccinare più persone possibile contro l’influenza, attendendo l’arrivo del primi vaccini specifici e di terapie efficaci, prima di tutto quelle con il plasma e poi con degli anticorpi monoclonali.

Betty Martinelli

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU