Attualità - 13 giugno 2020, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo, sempre

Puntata di breve commento sul teatrino letto negli scorsi giorni, attorno alla Doja d’Or

Viviamo in un posto bellissimo, sempre

Da Asti la presenza in Douja di molti grandi vini e produttori del territorio è, ahimé, venuta meno. Anche nell’ultima edizione nemmeno l’ombra di Malvasia, sia di Casorzo che di Castelnuovo Don Bosco, di dolce Loazzolo, di Albugnano e addirittura selezionato ben un Nizza DOCG, tesoro del sud astigiano.

Si potrebbe pensare che i giudici fossero usciti a prendere un caffè e invece non si sono trovati produttori da selezionare. Produttori assenti anche tra i più quotati dell’astigiano, brutti segnali.

È indubbio che negli ultimi tempi la splendida visione di Giovanni Borello, agli albori della manifestazione, si sia evoluta fino a perdere buona parte del suo spirito di vettore di immagine territoriale.

Anche per questo apprezzo la posizione del presidente Goria. Occasione unica per ritrovare energie e risorse e rinnovare, se non proprio tutto, quasi.

Per questo, di contro, non posso che non comprendere la posizione regionale, ancor più se la valorizzazione turistica di città e dintorni dovesse veramente basarsi su una sagra vinicola.

Asti è altro, tantissimo altro, con profumi e sapori del territorio, parti di un puzzle ricchissimo ed unico.

Un posto bellissimo. Sempre.

 

Davide Palazzetti

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