Ma lo hai finito Mancuso? E’ mia moglie che, visto il mio scrivere di bellezza, mi ha regalato un recente libro di Vito Mancuso dal titolo La via della bellezza. L’ho letto e mi ci sono ritrovato con vero piacere.
Perché rimaniamo incantati davanti ad un’opera d’arte, o ci sciogliamo ascoltando musica, o ci emozioniamo nel contemplare un tramonto, nonostante ce ne sia uno ogni giorno ? Perché cerchiamo esperienze di bellezza. Mancuso accenna anche pratiche concrete da mettere in atto per rendere quotidiano il nostro rapporto con la bellezza, scegliendo, prima di tutto, quella che definisce la via più bella.
Nel concetto di via più bella, mi piace vedere il fondamentale ruolo del luogo dove viviamo. Con il lungo lockdown, abbiamo capito quanto sia importante amare la propria abitazione e quanto siano da rivedere, da reintegrare i tre spazi del vivere quotidiano, scissi da liberismo ed industrializzazione: il luogo dove si abita, quello dove si lavora e quello dove si svolge il tempo libero. Tre funzioni da unire sotto il cappello della bellezza.
Nel concetto di via più bella, mi piace iniziare a veder crescere la tendenza a fuggire dalle città verso luoghi più veri e sociali. Con la quarantena si è cominciato a ragionare sul lavorare anche da casa, supporto in più per ricercare una qualità di vita migliore in piccoli borghi. Occasione speciale per ripopolare paesi dove è assai più facile vivere perché c’è ancora forte senso di comunità, paesi dove le difficoltà economiche si sentono meno e spesso trovano soluzione nella socialità. Ancora presto per toccare effetti di questa tendenza sul mercato immobiliare. Effetti che credo si faranno vedere passate, nel bene o nel male, le preoccupazioni economiche per il prossimo autunno. Per ora viviamolo come importante motivo in più per promuovere i nostri territori.
Quindi viva i piccoli borghi, bellissimi e facili da vivere, dove ad essere al centro del sistema sono ancora i luoghi e chi li abita. Viva quelli dell’Astigiano di cui mi permetto di parlare con il calore e la coscienza di chi ci vive ormai da quasi vent’anni.
Sempre in tema borghi, amati simboli di autenticità, spero siano mete clou di quest’estate di vacanze di prossimità, per scoprire, finalmente, territori minori, meno frequentati dal turismo, pieni di esperienze vere e bellezza. Spero sia veramente l’estate dei piccoli borghi e delle aree rurali meno note, assieme al loro immenso bagaglio culturale che aspetta solo di essere raccontato, scoperto e gustato.
Occasione speciale e piacevole per dare un’occhiata a come lì si vive, confrontare e scegliere.