Cultura e tempo libero - 25 agosto 2020, 14:59

Cosa leggere sotto l'ombrellone: "Nella stanza chiusa" di Frances Hodgson Burnett

Consueto appuntamento con le pillole letterarie estive, a cadenza quotidiana, a cura di Paride Candelaresi

Cosa leggere sotto l'ombrellone: "Nella stanza chiusa" di Frances Hodgson Burnett

Negli anni '90 due pellicole di culto hanno affrontato il tema della morte, della malattia e del sovrannaturale. Per farlo il cinema si è servito anche (e soprattutto) di protagonisti bambini che hanno permesso allo spettatore di filtrare la realtà attraverso uno sguardo puro e innocente, infantile nel senso più letterale del termine. I film Il sesto senso (Shyamalan) e The Others (Amenàbar) hanno trattato il tema della morte dando forma a un preciso desiderio: quello di soddisfare lo spettatore e la sua bramosia di avere risposte. Ci uniamo ai nostri cari nell'aldilà? I defunti tengono in mano un filo di speranza che ci unisce a loro?

Pensando a due film così riusciti non possiamo non pensare a tutte le espressioni artistiche che hanno giocato e indagato con i concetti di vita e di morte nel corso del tempo. Ora torniamo alla letteratura: "Nella stanza chiusa" è un breve racconto di Frances Hodgson Burnett pubblicato per la prima volta nel 1904 e ripubblicato nel 2020 da Caravaggio editore nella collana "I classici ritrovati". La Burnett è universalmente nota per Il piccolo lord (1886), La piccola principessa (1896), Il giardino segreto (1911), ma sono molteplici anche i romanzi cosiddetti minori che interessano la sua produzione.

Judith, bambina protagonista di questo breve romanzo, si trasferisce nella casa di campagna di una famiglia abbiente che necessita di custodi. La casa in cui ha sempre vissuto era dominata dal rumore assordante dei treni e da ricorrenti sogni senza forma; la nuova dimora è grande, silenziosa, ma nasconde qualcosa. La bimba comincia così la sua nuova avventura in questa ambigua residenza estiva: ne esplora ogni angolo, all'interno e all'esterno, ma sono le stanze di casa quelle che l'affascinano maggiormente. Judith è innocente, curiosa, una bambina come tante - forse; può entrare in tutte le stanze, tranne in una, non può avvicinarsi alla "stanza chiusa". 

Perché la zia si presenta ogni notte in sogno? Chi è nascosto al suo interno? Cosa si nasconde dietro la porta? L'opera di Burnett è ideale per una lettura estiva: breve, intensa, pare la sceneggiatura di un film. Si tratta di un'opera concepita più di un secolo fa ma mantiene ancor oggi la sua forza, la capacità di trasporre in immagini ogni singola riga. 

Chissà perché non ci ricordiamo mai bene dei sogni quando ci svegliamo ma gli incubi, invece, quelli ce li ricordiamo benissimo. Fanno leva su questa attrazione verso l'ignoto molti prodotti televisivi d'intrattenimento contemporanei; la morte, il sogno, l'incubo e il sovrannaturale sono stati declinati in svariate forme.

Ne sono dimostrazione serial tv come Dark e The OA che provano a sparigliare le carte in tavola di quel particolare genere che fonde favola e horror. Di fronte questi ottimi prodotti tv però sono sufficienti le 106 pagine del romanzo di Burnett per sbaragliare la concorrenza. E pensare che l'autrice lo scrisse in soli quattro giorni! Buona lettura.

“C’era nella sua strana piccola anima un segreto di cui nessuno conosceva l’esistenza.”

CASA EDITRICE: Caravaggio Editore

COLLANA: Classici Ritrovati

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO DEL CARTACEO: €11,90

PAGINE: 106

TRADUZIONE: E. De Luca – G. Milo

Paride Candelaresi

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