Attualità - 28 agosto 2020, 10:00

Centrale idroelettrica sul Tanaro, il CCTeB: "Chi ha autorizzato la prova di invaso del 26 agosto?"

Il Comitato Cittadino Tanaro e Borbore riaccende le polemiche sulla struttura. "Non sono visibili avvisi. A valle delle dighe flessibili sostava anche un bagnante inconsapevole". Questa mattina la sezione locale Federazione Italiana Pesca Sportiva ha posizionato cartelli di attenzione in zona

Non si placano le polemiche attorno alla centrale idroelettrica sul Tanaro di Asti. 

Se i primi giorni di agosto il Comitato Cittadino Tanaro e Borbore aveva evidenziato gravi carenze e problematiche progettuali, sistematiche e idrauliche, ad oggi sembra che la situazione non sia assolutamente migliorata. 

Già il 10 agosto il presidente del CCTeB, Mario Tanino, aveva denunciato che la centrale, realizzata dalla società ValPel2, era stata sottoposta alla prova di invaso del 29 giugno senza autorizzazione. 

Dopo quella data una nuova invaso il 1 luglio e una ancora più recente, in data 26 agosto.

"Da chi è stata autorizzata quest'ultima? Quali ordinanze di tutela sono state emesse e adottate? Non erano visibili né avvisi né presidi. Abbiamo verificato che le associazioni che si occupano della tutela ambientale non sono state informate", spiegano dal Comitato. 

Non basta. Perché, a detta del Comitato, a valle delle dighe flessibili, a circa 20 metri, sostava anche un "bagnante inconsapevole" della invaso.

L'impianto idroelettrico si trova sulla sponda destra del Tanaro, nella zona a valle del ponte della linea ferroviaria. Sulla traversa sono state installate dighe flessibili (più volgarmente conosciute come 'gommoni'), finalizzate a fare da sbarramento, così da creare un piccolo salto, necessario per la generazione di energia elettrica.

Tra i problemi presentati dal Comitato, anche e soprattutto quello dell'altezza del gommone, che dovrebbe essere non più di 1 metro e 30 e non 1 metro e 80. Questa altezza inadeguata crea problematiche allo scarico del depuratore dell'impianto, con enormi conseguenze per l'igiene pubblica.

"Quando il depuratore non riesce a ricevere acqua - continua Tanino - scarica. Lo scarico, però, va a finire su un coperchio mobile, cosiddetto Clapet. La Clapet presa in questione, però, è intasata dai residui solidi del fiume e si apre solo per il 30%. Bisogna modificare lo scarico, in modo che non si intasi con il limo".

Il Comitato lamenta una gestione libera di questo progetto, con rischi esponenziali per le persone e per gli animali che popolano il fiume.

"E allora, cosa possiamo aspettarci? Chi controlla? Chi rispetta? Chi manovra? Chi risponde?", concludono dal Comitato. 

Proprio questa mattina la sezione provinciale della Federazione Italiana Pesca Sportiva ha provveduto a posizionare cartelli di attenzione nella zona.

"Abbiamo in gestione le acque del fiume, ma non possiamo essere i responsabili di ciò che fanno gli altri. Per i nostri pescatori è un problema di sicurezza. Dobbiamo tutelarli, per questo abbiamo posizionato cartelli generici di attenzione ai movimenti dell'acqua", commenta il presidente della sezione provinciale Giuseppe Lucarno.

Elisabetta Testa