Attualità - 03 settembre 2020, 17:20

Viaggio alla scoperta degli itinerari dell'Astigiano: umanità ed esperienza

Ultimo accenno estivo alle tante motivazioni di scelta offerte dall’Astigiano ad un turista, momenti d’orgoglio per i residenti e stimolo a promuoverle

Viaggio alla scoperta degli itinerari dell'Astigiano: umanità ed esperienza

Negli ultimi due mesi abbiamo cercato di convincere un turista a trascorrere qualche giorno nell’Astigiano, raccontando le sue tante unicità e bellezze: storia, cultura, arte, monumenti, natura, vino e molto altro. Il periodo estivo sta finendo e così anche quello turistico, che, ahimè, causa virus, quest’anno ci ha toccato ancor meno del solito, che è tutto dire.

Ultima puntata, più didattica che didascalica, da buona chiusa. Temporaneamente ultima, dandosi appuntamento tra un paio di mesi, con l’imperdibile narrazione di luoghi e persone legate all’arrivo di un periodo d’oro per le nostre zone, quello del Tartufo Astigiano. Una breve pausa anche per dare spazio ai professionisti della comunicazione territoriale, impegnati a promuovere Asti capitale del vino e della cultura, con Douja ed Arazzi, in questo anomalo settembre astigiano.

In tutti i precedenti racconti si è mirato a presentare le enormi e spesso inespresse potenzialità della destinazione, guardando sia alla ricca offerta che alla domanda, mirando al viaggiatore che voglia vivere qualche storia sulla propria pelle: la storia di un territorio, che diventa importante palcoscenico, e delle persone che la popolano, personaggi principali, attori, naturalmente attivi, del marketing turistico locale.

La promozione del territorio non può esimersi dall’andare di pari passo con le persone che lo compongono, valori distintivi ed elementi indispensabili per trasformare qualche giorno di vacanza in un’esperienza. Patrimonio d’umanità, di stili di vita da valorizzare al pari ed assieme a tutto il resto. Per questo i suggerimenti sono stati e sono sul vivere luoghi, posti e cose, prima di tutto quali occasioni d’incontro: l’amore viscerale di rioni e borghi per il Palio, forte come mai nonostante tutto, l’attraente e variegata umanità in un bar di paese, lo spettacolo di gesti e suoni di chi gioca a Briscola o Cartè, il fascino e i piaceri per il palato da un piccolo negozio o in un’accogliente trattoria e ancora il calore e la passione da toccare e degustare, visitando qualche cantina. Occasioni bellissime per avvicinarsi a persone cariche di unicità e spesso pure di entusiasmo e bell’ottimismo, che fa pure rima con turismo.

Persone vere per esperienze vere, nella sentita speranza che si continui a scegliere di non scimmiottare altre storie, altra offerta turistica. L’Astigiano non ne ha proprio bisogno.

Davide Palazzetti

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