Mentre poco lontano dal nostro territorio si sono appena accesi mille riflettori su trouffle show e foodies moments, lucidate stelle e stellette ed indossato il vestito buono, da noi si cercano tartufi. Uomini, cani, boschi, buio e nebbia. Tartufi poi presentati in un sacco di manifestazioni, una dozzina, veramente molte, da locali a nazionali, semplici, vere e cariche di grandi profumi, come quelli dei migliori Tartufi dell’Astigiano.
D’altra parte è logico che qui ce ne siano in abbondanza vista la quasi assenza delle monocolture, viticole e corilifere, così tipiche delle Langhe, che nel tempo si sono mangiate i loro boschi. Commercialmente però sono stati bravi a dare valore al prodotto e a darsi valore. Non c’è da stupirsi né da scandalizzarsi se molti dei nostri tartufi migrino verso le loro valutazioni e i loro prezzi, più interessanti, più alti. Credo che solo riuscendo a fare finalmente squadra tra le varie nostre fiere si potrà pensare di competere, invece che solo di contribuire. E, detto tra noi, una mano gliela darei proprio volentieri.
Il viaggio parte da Mombercelli. La sua Fiera Nazionale ci avrebbe aspettato il prossimo fine settimana, 17 e 18 ottobre. Causa Covid l’anno annullata all’ultimo momento. E’ una delle 3 nazionali, sulle dodici, che quelle di Asti e Montiglio lo diventeranno dal prossimo anno. Il format sarebbe stato quello classico, comune più o meno a tutte: esposizione, vendita, prodotti tipici, premiazioni e buon cibo. A Mombercelli la tavola era previsto che la apparecchiassero ben cinque Pro Loco: Agliano Terme, Antignano, Castello d’Annone, Castelnuovo Calcea ed ovviamente quella di casa e le sue mitiche Friciùle con lardo. Con loro l’associazione Cardo Gobbo di Nizza e un imperdibile flan di questa tipicissima eccellenza, fonduta e tartufo. L’abbondanza di tartufi da queste parti è certezza, è storia: una prima testimonianza di qualità e quantità è del 1711, con ben 5 kg. omaggiati al nuovo arcivescovo di Pavia, Agostino Cusani, in visita alla parrocchia di Mombercelli, al tempo parte della sua diocesi.
Fate comunque un salto in paese, è bello e potrebbe capitarvi d’incontrare Marco, giovane tartufaio del posto con la fedelissima Deca, dolcissimo meticcio, tipo pointer, di quattordici anni e mezzo. Tra i cani da tartufo di Marco è detta la trisnonna. Pare abbia al massimo un’ora d’autonomia nelle zampe , ma sempre la stessa voglia di cerca e di gratificare e gratificarsi degli ancora ottimi risultati. Appena finito il giro si appallottola in macchina, sul sedile posteriore, e così anche arrivata a casa, stanca ma felice, su un comodo e caldo tappeto. Vantaggi dell’età.
In zona vi toccherà comunque tornare, sempre sia confermata, il 22 novembre, alla Fiera di Montegrosso d’Asti. Altro posto bellissimo, altre bellissime persone, altri cani, tartufi e grandi piatti della tradizione. Decidessero di posticiparla al prossimo anno causa virus, su con la vita, i loro tartufi si spargeranno nei tanti e validissimi ristorante del posto.