Riceviamo e pubblichiamo una nota di Patrizia Montafia e Giuseppe Sammatrice per la federazione provinciale di Asti dei Verdi-Europa Verde, in merito al dibattito sulla caccia in Piemonte.
Stiamo assistendo ad un massacro senza precedenti della fauna selvatica in Piemonte.
La Regione, per accontentare i cacciatori e le lobby che la sostengono, sta contravvenendo alle sue stesse norme, aumentando la pressione venatoria che prosegue senza sosta, dando via libera allo sterminio della tipica fauna alpina, aprendo la caccia a specie ormai in estinzione come Allodole, Fischioni, Canapiglie, Codoni, Marzaiole e Folaghe.
La pandemia, il dissesto idrogeologico, le alluvioni e le siccità di questa estate, seguiti da un continuo utilizzo di nuovo suolo vergine non ha minimamente intaccato la voglia di uccidere di questa giunta.
La Coldiretti nell’ultimo consiglio regionale ha evidenziato i notevoli danni avuti dai loro associati per causa del “maltempo”: quest’ultimo termine, continua ad essere espresso da chi non vuol vedere e capire che non si tratta di “maltempo”, ma degli effetti dovuti ai cambiamenti climatici in atto, causati dall’antropocentrismo e dagli errori commessi dalla nostra specie nei confronti del Pianeta.
Rimaniamo esterrefatti dalle affermazioni del direttore della Coldiretti di Asti, Diego Furia, che vorrebbe un prolungamento dell’esercizio della caccia in forma non selettiva per ridurre i danni degli animali selvatici agli agricoltori; affermazione che si scontra con le dichiarazioni del presidente della Provincia Lanfranco, insieme al consigliere Massaglia delegato alla caccia, che invece chiedono all’ATC un’azione selettiva dell’esercizio venatorio, aumentando le squadre dei “cinghialisti” .
In tutto questo caos che le amministrazioni locali e regionali hanno creato per incompetenza e scarsa visione dei problemi reali, non possiamo che fare un plauso al presidente dell’ATC di Asti, Murgia che, rispondendo al presidente della Provincia Lanfranco e al consigliere Massaglia, ha avuto finalmente il coraggio di ribellarsi alle accuse che gli sono state lanciate dagli esponenti provinciali e dire le cose che noi Verdi affermiamo da anni: “Non capisco perché la Regione Piemonte non intraprenda seriamente la sperimentazione con la sterilizzazione dei selvatici così come sta accadendo in altre nazioni. Nessuno fa investimenti in questa direzione. Si pensa solo a sparare, ma la proporzione fra la velocità di riproduzione e quella degli abbattimenti sarà sempre, nei numeri, a favore degli animali”.
Gli etologi, infatti, confermano che nel branco di cinghiali composto da diverse femmine, nelle condizioni di vita normale soltanto una di esse sarà ingravidata (la scrofa Alfa), ma se questa viene uccisa tutte le altre femmine diventeranno scrofa alfa.
La maggior parte dei cittadini sono ormai più che convinti che la caccia debba essere abolita e che le istituzioni come ISPRA e Carabinieri forestali debbano prendere il controllo degli equilibri delle biodiversità, ormai decimati da politiche distruttive.
Un esempio lampante di incapacità l’ha mostrato l’amministrazione Raggi.
Nella Città di Roma si è consumato un terribile atto, Una famiglia di cinghiali, una madre con sei cuccioli, mansueti e inoffensivi, sono stati abbattuti dai veterinari, pur essendoci la disponibilità di chi li avrebbe presi in carico e portati via.
Per la loro cattura si è montato un macabro ed affollato teatro, con forze dell'ordine determinate a uccidere. A nulla sono valse le accorate proteste delle persone presenti e degli animalisti, volte a difendere la povera innocua famigliola .
I Verdi di Asti si uniscono allo sdegno e alla protesta collettiva. Un vergognoso atto con un epilogo scontato quando l' intelligenza, il buon senso, il rispetto alla vita e la salvaguardia della biodiversità vengono puntualmente disattesi.
Patrizia Montafia e Giuseppe Sammatrice