Le guide di viaggio e i libri Lonely Planet sono da anni punti di riferimento per moltissimi turisti. La sua Best in Travel è certamente tra le liste annuali più attese per scoprire mete imperdibili. Quella 2021 è altrettanto certamente definibile di svolta, perché coglie la tendenza del momento, nel non suggerire più luoghi, ma persone e progetti che valga la pena conoscere per il loro impegno verso comunità, diversità e sostenibilità. Un nuovo modo di guardare al turismo che supera le categorie come paesi, città e regioni, premiando chi stia cercando di dare contributi concreti, genuini e partecipati all’ambiente e alle comunità locali. Sintomo di un nuovo modo di viaggiare, consapevole e slow, alla ricerca di esperienze autentiche e da vivere attivamente.
Anche Lonely Planet invita allora a guardare ai viaggi con occhi nuovi, seguendo le tre parole chiave per il prossimo futuro del turismo: sostenibilità, comunità e diversità. Ricordiamocene tutti, dentro a quelle tre parole ci siamo noi: siamo noi che diamo valore ad una destinazione, la nostra varietà, la nostra presenza e il nostro essere, da sempre, ma ora se ne stanno accorgendo tutti.
Anche Lonely Planet, visto che le sue stesse tre parole chiave si sono sentire quasi mantra al WTM di Londra, principale, se non la principale manifestazione del mondo turistico, quest'anno svolta in virtuale dal nove all’undici scorsi. Lì il messaggio emerso è che, a causa di ‘sto accidenti di virus, la crisi del settore travel si preannuncia ancora lunga, ma questa potrebbe essere l’occasione per ripensare il modello tradizionale di turismo e svilupparne uno nuovo.
La certezza emersa è che la cosa più sbagliata sarebbe pensare di ricominciare come se niente fosse accaduto, puntando solo ad una rapida crescita del numero di arrivi e presenze.
Al top delle tendenze la sostenibilità, più sociale che ambientale, con destinazioni pronte a far entrare in contatto i turisti con le comunità locali, per conoscerne usi, costumi e sperimentare attività e momenti di vita autentici, normali ma unici, veri. Assolutamente suggerito di dedicare il massimo o ancor meglio la totalità di attenzioni e investimenti in promozione al mercato interno, l'unico che dovrebbe muoversi sul breve e medio termine. Tra i tanti esempi di buone pratiche presentati, molto interessante quello scozzese dove stanno creando una rete informativa su attrazioni, tradizioni e attività, attraverso la formazione delle comunità locali. Tanto su cui ragionare per operare al più presto anche dalle nostre parti, sperando che lo stiano facendo anche in ATL.