Cultura e tempo libero - 27 novembre 2020, 07:35

"Chiamami Clò", il nuovo libro dell'astigiana Monica Tedeschi e la storia di una donna e di un viaggio nei meandri dell'esistenza (INTERVISTA)

Secondo lavoro dell'autrice, per Letteratura Alternativa. Un romanzo sui generis, come la protagonista, Clò. Un testo metaforico e spirituale, in cui la materia quasi svanisce, per lasciare il posto ai pensieri, alle esperienze e agli atteggiamenti

La copertina del libro

La copertina del libro

Ci hanno insegnato che è sbagliato giudicare un libro dalla copertina, ma mai come in questo caso lo sbaglio apparente si rivela particolarmente interessante. 

"Chiamami Clò", il secondo lavoro dell'astigiana Monica Tedeschi, per Letteratura Alternativa Edizioni, è fin dalla copertina una dichiarazione forte, che va dritto al punto. 

I colori sono quelli della Casa Editrice, il fucsia e il blu. Al centro una bella scarpa con il tacco e un fiore. Non è un tacco 12 e nemmeno una ballerina: è la scarpa che solo una donna anti conformista può indossare con stile. Non è una scarpa per una donna Cenerentola, ma per una femmina che sceglie la femminilità a modo suo, senza troppi pettegolezzi. E poi il fiore, che rappresenta la componente lirica, le cui note si fanno sentire in alcune parti del testo.

Ecco che la copertina riveste un ruolo cruciale: è il ritratto di Clò. Clotilde, la protagonista, sceglie di farsi chiamare così. Perché è una donna che sa il fatto suo e, soprattutto, sa cosa vuole.

Monica, parliamo di questo tuo secondo lavoro. Ci sono legami con il primo testo, "Come farfalle sull'acqua"? 

Fondamentalmente no, ma torna di nuovo molto forte il dualismo tra materia e spirito, che è di fatto una mia costante. È un romanzo breve, che, però, non si allinea completamente ai canoni tradizionali del romanzo. I personaggi non sono praticamente mai descritti dal punto di vista fisico: è un aspetto che non mi interessa. È un testo che esplora le esperienze, gli atteggiamenti, i pensieri. Un libro particolare, che dovrebbe far tornare alla memoria del lettore dei ricordi, soprattutto della vita degli anni Ottanta. Si alternano momenti bui a momenti di estremo umorismo, con un linguaggio alle volte molto forte, che non dimentica le invettive. Credo che sia un romanzo che richiede un certo intelletto agile e psichedelico, molto metaforico.

È una Monica diversa quella che ha scritto "Chiamami Clò"? Forse più matura?

Sì, è una Monica assolutamente più matura. Credo che nella vita di uno scrittore sia necessario alzare l'asticella. Questo libro è una sorta di livello intermedio, cui seguirà qualcosa di più. Ci sono sempre le mie caratteristiche, come quella di essere molto concentrata da un punto di vista contenutistico. Ma questa sono io. Ho amato molto questo lavoro. L'idea era nata tanti anni fa. Mi ci sono voluti due anni per la stesura e spero che il pubblico reagisca bene come con il mio primo testo.

Cosa si deve aspettare il pubblico e a che tipologia di lettore ti rivolgi?

Spero che il lettore abbia gli elementi per riflettere e ricordare, per alimentare una sorta di grande memoria collettiva. Mi rivolgo a un pubblico ampio, che magari potrà rimanere sorpreso dal linguaggio utilizzato. Parto dal presupposto che nessun libro sia indiscutibile. Do potere al lettore, che può prendere posizione rispetto a ciò che scrivo. Il lettore, alla fine, potrà decidere se tutto ciò che ho scritto sia riconducibile a realtà, sogno, allucinazioni.

Chiamami Clò

“Chiamami Clò” è il secondo lavoro letterario di Monica Tedeschi. Il romanzo della maturità. Una narrazione stilisticamente importante, improntata a un realismo e a un umanesimo moderno. È un romanzo esistenzialista che fruga nei meandri nascosti della psiche umana, un raccontare che fa emergere i conflitti interiori e le delusioni esistenziali. La protagonista ci conduce in un viaggio fisico e spirituale, attraverso un peregrinare perpetuo, alla ricerca di se stessa e del senso della vita.
Un romanzo che vi scaverà dentro e vi accompagnerà attraverso visioni reali e psichedeliche, quelle scelte che ogni essere pensante si trova ad affrontare per conoscere fino in fondo il proprio io e il paesaggio che ci circonda.

Chi è Monica Tedeschi 

Monica Tedeschi nasce a Milano il 17 novembre del 1966. Di indole nomade, abita in svariate città tra Italia ed estero: Torino, Londra, New York, Parma, Parigi, Palermo, per approdare, poi, in un paesino del Monferrato dove attualmente vive. Nominata nel 1993 Giovane Artista fotografa italiana alla V Biennale internazionale di fotografia a Torino, percorre i sentieri dell'arte sperimentando il suo poliedrico talento in fotografia, pittura e scrittura. Ha un passato da blogger e pubblicista per il bisettimanale "La Nuova Provincia". "Come farfalle sull'acqua" è stato il suo libro d'esordio. 

Elisabetta Testa

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