Sanità - 08 dicembre 2020, 14:58

Le domande del Nursing Up sul bando assunzioni infermieri in Piemonte

Il sindacato di settore chiede chiarimenti anche su come questo potenziale personale verrà utilizzato

I vertici del Nursing Up Piemonte con l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi

I vertici del Nursing Up Piemonte con l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi

Pur apprezzando la notizia, fornita dalla Regione Piemonte, che sono oltre 2.700 le domande pervenute in relazione al bando indetto per reclutare personale infermieristico da impiegare nelle Aziende sanitarie della nostra regione, con contratti da 36 mesi, il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, pone alcune rilevanti domani alle quali chiede la Regione risponda al più presto.

“Vorremmo intanto sapere quanti di questi infermieri che hanno risposto al bando stanno già lavorando in Piemonte con contratti brevi da 6 mesi o un anno, e quanti invece sono infermieri nuovi, liberi subito – spiega Claudio Delli Carri, segretario Nursing Up Piemonte –. Perché se di questi 2.700 molti sono già impiegati in Piemonte, e partecipano al bando per “allungare” il loro contratto, il loro numero complessivo è già compreso nel novero degli infermieri in servizio, e quindi non si tratterebbe di forze fresche aggiuntive ma di riassunzioni che manterrebbero invariata la necessità di personale in più. Invece, il Piemonte ha necessità urgentissima di assumere nuove figure subito ampliando gli organici”.

“A quanto ci è dato sapere – prosegue Delli Carri –, vi sarebbero alcune aziende sanitarie del Piemonte che pare non vogliano assumere infermieri con contratti da 36 mesi. Ricordiamo alla Regione che avere un contratto di almeno tre anni è imprescindibile per creare quella stabilità del sistema, con una adeguata programmazione dei turni, che è l’unica via per affrontare e vincere questa emergenza”.

“Rimane poi una questione – aggiunge il segretario Nursing Up – la Regione deve spiegare chiaramente se queste assunzioni saranno utili anche per fare in modo che chi è già inserito in una qualche azienda del Piemonte possa poi scegliere di essere collocato come infermiere di famiglia o di comunità, ossia la figura fondamentale per la vera efficienza della medicina territoriale che la stessa Regione pare voglia sviluppare in modo deciso con l’ultimo progetto di legge presentato. Anche perché a oggi non sappiamo quanti infermieri servano, nei piani della Regione, per dare questo impulso alla medicina territoriale”.

Crediamo sia necessario che la Regione sciolga in modo rapido questi dubbi, per imboccare una volta per tutte la corretta strada di progresso della sanità che porti a mettere il sistema nelle condizioni di non andare più in crisi nell’affrontare le emergenze”, conclude Delli Carri.

Redazione

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