Attualità - 16 gennaio 2021, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo ancora da posizionare

Puntata sull’importanza e la necessità di un piano di posizionamento territoriale per l’Astigiano, momento indispensabile di coesione, cambiamento e crescita

Viviamo in un posto bellissimo ancora da posizionare

In questo momento, un politico, anche un dirigente, un vescovo, un sacerdote, che non ha la capacità di dire Noi, non è all’altezza. Deve prevalere il Noi, il bene comune di tutti. Parole, sante, termine qui più consono che mai, di Papa Francesco, datate domenica scorsa, dalla bellissima intervista di Canale 5.

Che ci azzecca il suo Noi con il marketing territoriale? Tantissimo: lo sviluppo di un territorio non può prescindere da analisi e progetti di valore comune, ragionati ed elaborati da tutti gli interlocutori pubblici e privati in stretta collaborazione costruttiva. Noi.

Nessun vento è favorevole, per il marinaio che non sa a quale porto vuole approdare. Altra citazione, oggi si abbonda. Questa è da Seneca ed è l’incipit del Piano Strategico di posizionamento Cuneo 2029. Documento fatto proprio bene, promosso dalla Provincia di Cuneo e finanziato da Fondazione CRC. Esempio perfetto della capacità di un territorio di dire ed agire in logica Noi. Per chi fosse interessato a riempirsi d’invidia, ecco il link.

Studiare un posizionamento territoriale non è esercizio fine a se stesso, ma imprescindibile punto di partenza per creare crescita, lavoro, economia e qualità di vita, per creare futuro; indispensabile momento di condivisione, visione e presa di responsabilità, con obiettivi ben pratici, tipo essere già pronti ad ottimizzare i finanziamenti europei POR 2021-2027 (FESR e FSE), pronti a dare contenuti e logiche d’intervento alle prossime risorse del Recovery Plan.

E da noi? Ancora nulla. Ancora pochissimo Noi e tanto Io. Ancora assenti, salvo rarità, dal cogliere la fondamentale importanza di progetti ragionati e condivisi. Assenti di una qualche regia.

La regia, bel problema dove non è sentita la necessità di cambiare, guardando ad un’area vasta e non solo al proprio cortile. Bel problema dove gli storici registi non hanno alcuna intenzione di passare da una poltrona ad un divano. Bel problema dove si ci blocca su 50.000 euro per dare futuro a tutto un territorio, tanto penso sia costato il Piano cuneese.

Oggi stringo, che mi sembra già tutto più che chiaro, sia nei valori dell’oggetto che nello stimolo al/i soggetto/i. Un piano di posizionamento si può costruire in 4-5 mesi. L’Astigiano è in evidente ritardo, ma non certo fuori dai giochi. Basta partire.

Davide Palazzetti

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