Più che una slot machine, la discussione in Regione tra maggioranza e opposizione sul gioco d'azzardo sembra più una partita a poker. Perché se i numeri all'apparenza parlano chiaro, a una seconda lettura nascondono un bluff.
La partita politica è delicata, l'oggetto del contendere è la legge contro la ludopatia, o meglio quella che prevede le “norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”, voluta e votata nella scorsa legislatura di centrosinistra e presieduta da Sergio Chiamparino.
Si tratta della legge che ha limitato il gioco d'azzardo legale, scatenando spesso le proteste degli esercenti e dei proprietari di bar e sale bingo, e che ora la maggioranza di centrodestra, e in particolare la Lega, vorrebbe abolire per poi cambiarla.
Proprio ieri mattina, la Giunta regionale – durante la seduta congiunta delle commissioni Sanità, Commercio e Legalità – ha presentato attraverso l'assessorato e l'Ires la relazione sulla legge. Secondo il report, “I volumi del gioco fisico sono in costante diminuzione dall’entrata in vigore della norma e la differenza tra andamento nazionale e regionale registra un -15% a favore del Piemonte solo nell’ultimo anno. Anche la spesa è in calo. A livello nazionale è scesa dello 0,9%, mentre a livello regionale del 16,5%: la riduzione ha fatto scendere la spesa da 1,2 miliardi a poco meno di un miliardo di euro”.
Dal report arrivano però anche notizie contrastanti, in particolare sugli effetti occupazionali della legge: il saldo nelle tabaccherie dal 2016 al 2020 è addirittura positivo mentre nelle sale da gioco e scommesse il rapporto tra assunzioni e cessazioni porta alla perdita di 52 posti di lavoro in 4 anni. Appena due mesi fa, la Cgia di Mestre aveva stimato una perdita di posti di lavoro pari a 1.700 unità, secondo una valutazione prudenziale sui dati disponibili fino a dicembre 2019 “senza considerare ancora l’impatto del distanziometro sul settore delle sale dedicate (sale gioco e sale scommesse)”.
Un dato curioso riguarda invece il gioco online, che secondo i dati forniti, non sarebbe cresciuto in modo significativo: la curva piemontese cresce infatti meno di quella nazionale (+72% nazionale contro +70% regionale)”. Numeri che non convincono Agipronews, che spiega: “In questo caso appare difficile comprendere come sia stato calcolato il livello del gioco online regionale, visto che i dati forniti dall’Agenzia Dogane e Monopoli sono sempre stati aggregati a livello nazionale”.
Per quanto concerne il gioco illegale, ci sono due tesi contrastanti: da un lato c'è chi sostiene che una forte limitazione nell’offerta di gioco legale rappresenti un incentivo per i giocatori d’azzardo a spostarsi a forme di gioco illegale, dall’altro, invece, c’è chi sostiene che la grande offerta di gioco legale determini un allargamento della platea dei giocatori, quindi anche dell'illegale.
“La legge funziona e i numeri lo dimostrano”, ha subito esultato il Pd, con l'intervento dei consiglieri Domenico Rossi, Monica Canalis e Diego Sarno. “I dati sul gioco d’azzardo patologico sono in costante miglioramento – hanno detto - ma allora perché la maggioranza insiste nel tentativo di modificare la norma? Suggeriamo alla Lega di ritirare la propria proposta di legge abrogativa: piuttosto, si impegnino per applicare il piano di prevenzione e comunicazione che darebbe ulteriore slancio ai già significativi risultati ottenuti”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Movimento 5 Stelle e dal neonato Movimento 4 Ottobre. “I numeri parlano chiaro – ha detto Giorgio Bertola - le restrizioni dovute all’applicazione della legge hanno ridotto le perdite al gioco del 19.2% rispetto al resto d’Italia. I volumi di gioco sono diminuiti del 15.2%. Tutti soldi risparmiati”.
“'Forza scommesse', ‘Lega slot’ e ‘Fratelli di gioco’ si mettano il cuore in pace – ha invece tuonato Marco Grimaldi (LuV) - e si facciano un esame di coscienza, perché scienziati e opinionisti, università, Ires e società civile, gli stessi funzionari della Regione e delle Asl dicono una sola cosa: la legge non si deve toccare, perché funziona”.
Di tutto altro parere il consigliere leghista Claudio Leone, che ha spiegato: “Il distanziometro e i limiti di orario hanno contribuito all’aumento dell’offerta di gioco illegale, visto che le persone dipendenti dal gioco si sono rivolti al sommerso. Nel 2018 la Guardia di Finanza ha stimato il valore del gioco sommerso in 20 miliardi di euro, valutazione naturalmente lasciata fuori dalle conclusioni della minoranza. Con queste evidenze continueremo a lavorare alla nuova normativa sul gioco pubblico in Piemonte, prima di tutto eliminando la retroattività della legge vigente”.
Massimiliano Pucci, presidente di As.Tro, l’associazione degli operatori del gioco lecito, ha invece contestato i numeri forniti: “Nei prossimi giorni forniremo, per l’ennesima volta, i dati ufficiali che provano come la Legge regionale ha distrutto un intero settore economico, lasciando inalterata la spesa e il territorio in mano alla criminalità”.