“Qualora mi venisse chiesto, provvederò a giustificare (le assenze da numerose sedute del Consiglio comunale, ndr.). Nel frattempo, il Sindaco si dovrebbe vergognare ad aver usato la mia persona esclusivamente come pretesto per dare voce ai suoi giochetti politici di una pochezza incredibile”.
Così la consigliera pentastellata Martina Veneto ha prontamente replicato alle dichiarazioni del sindaco Rasero, che ieri mattina si è rivolto al presidente del Consiglio comunale, Walter Rizzo, chiedendogli di valutare la decadenza dall’incarico della giovane consigliera del Movimento 5 Stelle (CLICCA QUI per rileggere l'articolo)
Che ha ricevuto la solidarietà e il sostegno dei colleghi consiglieri pentastellati: “Totalmente incapace di rispondere in merito ai contenuti delle interrogazioni, arrivando addirittura ad omettere le risposte nei termini previsti per legge (cosa che, tra l'altro, costituisce reato)”, si legge in un comunicato del Gruppo consiliare. Che prosegue “Della serie: ‘non so più che pesci prendere’. Parla (tanto per parlare) di assenze senza nemmeno sapere se fossero giustificate o meno”.
M5S: CI RICHIAMA AD UNO STATUTO CHE LUI PER PRIMO HA CALPESTATO
“E’ poi veramente strano – ribattono i consiglieri M5S – che il Sindaco ci richiami allo statuto ed al regolamento quando è il primo ad averlo calpestato in più occasioni in spregio ai diritti dei consiglieri comunali stessi e con una valenza decisamente più significativa rispetto a qualche assenza a discutibili consigli online”.
“Lo stesso Sindaco – prosegue la nota stampa – che risulta, ad onta dell’art. 54 della Costituzione, prescritto e condannato con sentenza civile poi transata per diffamazione aggravata a mezzo stampa. Lo stesso Sindaco che nulla dice sulla presenza in consiglio nella sua maggioranza di un consigliere imputato per ricettazione (il riferimento è al consigliere Gianbattista Luca Filippone, indagato insieme al padre per l'utilizzo di materiale sanitario di proprietà dell'Asl AT, ndr.)”
“È fin troppo evidente – conclude il capogruppo Massimo Cerruti – che il Movimento 5 Stelle di Asti fa paura e da fastidio. È altrettanto evidente che non ci metterà mai il bavaglio”.
LE REAZIONI DELLA POLITICA ASTIGIANA
Per dovere di cronaca, va altresì ricordato che la ‘mossa’ del sindaco ha già suscitato molteplici reazioni nella politica astigiana, in particolare tra esponenti di forze che in Consiglio comunale siedono all’opposizione.
Dal consigliere Mario Malandrone (Ambiente Asti) che si chiede sarcasticamente se il sindaco abbia deciso di rendere nota l’iniziativa a mezzo stampa e sul sito del Comune avendo perso il numero di telefono del presidente Rizzo (CLICCA QUI per rileggere la lettera) a chi, come il collega consigliere Michele Anselmo (Uniti si può) ha preferito affidare il proprio pensiero a commenti su Facebook (“Cioè la città va in vacca e questi sarebbero i problemi???” e “Diciamo che il regolamento è stato disatteso millanta volte in questo consiglio... “). Più sfumata, ma pur sempre critico, il punto di vista di Mario Mortara, coordinatore astigiano del Partito Democratico, che in un ALTRO commento ha scritto “Nel merito ci sta, ma temo si tratti solo un tentativo, da parte del Sindaco, di distogliere l'attenzione dall'inconcludenza della sua Giunta”.
LA VICENDA FA DISCUTERE ANCHE GLI UTENTI FACEBOOK
Sempre sul diffusissimo social, altri utenti hanno invece commentato sostenendo la presa di posizione del primo cittadino. “Vabbe'........ chioschi, scritte, cancelli,....... Oh, questi ne hanno di lavoro, cazzo!!!!!”, scrive ad esempio Giampiero “Gippy” Crosetti, già gestore del bar “Ligure” e responsabile del crossodromo di Valmanera.
Mentre altri correlano sarcasticamente le assenze dalle sedute di Consiglio con la propensione M5S ad evidenziare i problemi delle periferie (“Si sarà persa in qualche periferia…”, scrive un utente. "Sarà impegnata nei sopralluoghi per il chiosco o per le strisce pedonali… roba da matti ....poi sono sempre pronti a criticare gli altri”, replica un’altra.
“Avrà avuto esempio da Minetti e co.”, chiosa in modo decisamente poco elegante un terzo, alludendo prosaicamente all’avvenenza della giovane consigliera comunale.