Licenziamento collettivo per 398 lavoratori su 406 dello stabilimento di Riva di Chieri. Era questo il timore che ancora ieri mattina i sindacati cercavano di scacciare, scendendo in piazza per rilanciare la vertenza ex Embraco. E' la dura realtà con cui si devono scontrare tutti nella giornata di oggi.
L'eredità dell'esperienza Ventures
A firmare la procedura è stata la curatela fallimentare di Ventures Production, ultimo residuo di un'avventura che doveva essere scialuppa di salvezza e che si è rivelata invece l'ennesima zavorra per i tantissimi lavoratori della fabbrica che un tempo realizzava compressori per frigoriferi.
E i compressori per frigoriferi dovevano rappresentare anche il futuro dello stabilimento, coinvolto insieme a quello ACC di Mel, in provincia di Belluno, all'interno del progetto Italcomp, a fortissima impronta nazionale e statale
Un'impronta che non è piaciuta a livello di Unione Europea, che ha stoppato tutto e che al momento - complice anche la crisi di governo e la fase di vuoto nel passaggio di consegne tra Conte e Draghi (ammesso che sia così) - lascia tutti i lavoratori con il cerino in mano e sempre meno giorni sul calendario.
A luglio infatti scadranno gli ammortizzatori sociali. Ecco perché oggi è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo. E se non succederà nulla nel frattempo, il destino appare segnato.
Sindacati: "Decisione attesa, serve un intervento del Mise"
"Come ribadito in più occasioni nelle ultime settimane, si tratta di una notizia purtroppo attesa - dicono gli esponenti di Fim, Fiom, Uilm, Uglm di Torino -, il cui primo effetto è di incrementare ulteriormente l’incertezza per 400 lavoratori che da oltre tre anni stanno lottando per difendere il proprio posto di lavoro".
"Chiediamo - proseguono - un incontro urgente alla curatela fallimentare. La procedura che si apre oggi lascia 75 giorni di trattativa prima di rendere effettivi i licenziamenti. È sempre più urgente un intervento incisivo del Mise di concerto con le Regioni Piemonte e Veneto per costituire la nuova società Italcomp e mettere in sicurezza i 400 lavoratori di Torino e i 300 della Acc di Belluno".
Sicchiero: "Acc può assumere lavoratori ex Embraco, la Regione lo sa?"
E proprio sul tema Embraco è tornato anche il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, mettendo sul tavolo un'ipotesi fin qui poco esplorata: "L’intesa siglata nel mese di dicembre per avviare il progetto Italcomp, ovvero la fusione dell’ex Embraco/Ventures e della veneta Acc Wanbao in un nuovo polo italiano dei compressori, prevede la possibilità dell’assunzione a Mel di alcuni lavoratori dello stabilimento di Riva di Chieri, e risulta essere stata notificata alla Regione Veneto come alla Regione Piemonte. Il Presidente Cirio e l’assessora Chiorino sono al corrente di questa opportunità? La Regione Piemonte ha informato lavoratori e sindacati? Se è vero che i vertici regionali stanno “vigilando attentamente lo stato di avanzamento delle trattative”, allora credo sia doveroso un chiarimento su questo punto".
"Come ho detto all’incontro in Prefettura di ieri - prosegue -, le lavoratrici e i lavoratori ex Embraco/Ventures e gli amministratori del Chierese hanno bisogno di informazioni chiare e precise. Trasferirsi a Mel è certamente una scelta complessa, non conosciamo i numeri di unità che potrebbero essere coinvolte, ma spetta ai lavoratori valutare e scegliere. Inoltre, in che cosa si concretizzerebbe la disponibilità manifestata da Finpiemonte, insieme alla finanziaria della Regione Veneto, a Invitalia? Siamo molto preoccupati dalla situazione di stallo legato alla nascita del nuovo Governo, dallo stop della Commissione europea al prestito statale, dai tentennamenti delle banche. Davvero si vuole far saltare il piano di reindustrializzazione e non dare ai 406 lavoratori dell’ex Embraco/Ventures altra prospettiva che non sia il licenziamento?".
Costanzo (M5S): "Vittoria della burocrazia, sconfitta per tutti"
"Arrivare a questo punto, proprio a 100 metri dal traguardo, quindi dalla costituzione di Italcomp, polo nazionale dei compressori, significa certificare una sconfitta davvero senza appello per tutto il territorio piemontese, per quello veneto, e per l’intero sistema industriale del nostro Paese - commenta Jessica Costanzo, parlamentare del Movimento Cinque Stelle -. Per non parlare dei 400 lavoratori che da oltre tre anni stanno lottando per difendere il proprio posto di lavoro e delle loro famiglie. Ma perdere quest’occasione significa anche chinare la testa davanti al gioco della burocrazia, dei veti incrociati degli istituti bancari e anche dell’Austria, che senza un competitor italiano solido nel mercato dei compressori può dormire sonni tranquilli".