Un compleanno di quelli che non si vorrebbero festeggiare, ma che ci riporta drammaticamente a questi ultimi 365 giorni, tra le 'braccia' del Covid.
Un anno fa anche il Piemonte e l'Astigiano, si sono trovati alle prese con il virus che ha cambiato il mondo e ci ha messi di fronte ad eventi che mai, se non tra le pagine di un libro, avremmo potuto immaginare.
Le prime notizie del nemico
Il nostro giornale il 22 febbraio 2020 scriveva: "Casi sospetti di Coronavirus nelle varie province del Piemonte sono risultati negative. Si tratta di una quindicina di persone a cui è stato eseguito il tampone previsto dal protocollo. Rientra quindi l'allarme anche per il caso sospetto di Asti, una donna che presentava sintomi compatibili con quelli del virus. L'unico caso di contagio accertato resta quindi quello del 40enne torinese. Nelle prossime ore ai suoi familiari e alla cerchia di persone che ha frequentato negli ultimi giorni sarà eseguito il test".
Anche così sembrava una cosa lontanissima e rileggere oggi, vedendo anche le foto senza mascherine (erano introvabili e qualcuno diceva non fossero così necessarie), sembra di essere catapultati in un'altra dimensione.
Il primo contagiato piemontese e l'arrivo dell'Unità di crisi
Il primo contagiato è un 40enne residente a Torino, sposato con due figli di 8 e 10 anni, che era entrato in contatto con il "ceppo" lombardo, lavorando in una ditta di Cesano Boscone.
La formazione di un'Unità di crisi regionale dove affluissero i dati di tutte le Asl, era apparsa una necessità momentanea e nessuno pensava ad una lunga scia di morti e disperazione, anche economica.
La prima Unità di crisi... ancora non si pensava di dover indossare sempre le mascherine
Una donna astigiana aveva partecipato alla stessa gara sportiva del primo lodigiano colpito
Il 22 febbraio 2020 il presidente Cirio e il sindaco Rasero invitavano a mantenere la calma, intanto un astigiano era stato portato a Torino all'Amedeo di Savoia per alcuni controlli specifici, mentre una donna è stata ricoverata in Malattie infettive, senza essere transitata dal pronto soccorso, poiché da diversi giorni aveva la febbre alta (avrebbe partecipato alla gara sportiva cui ha partecipato il lodigiano affetto dal virus).
Per sicurezza la "Monferrun" prevista per domenica 23 febbraio, era stata rinviata e da quel momento la scia di annullamenti e chiusure diventa la triste normalità. Arriva infatti proprio il 23 febbraio in tutto il Piemonte lo stop a tutti gli "eventi ludici, sportivi o musicali che prevedono l'assembramento di persone"
Anche le scuole chiuse e iniziano i divieti di assembramenti
Dal 24 febbraio (e doveva essere per una settimana, poi purtroppo non è stato così) scuole chiuse (comprese le Agenzie di Formazione), Università e musei. "Stop anche agli eventi che prevedono assembramenti di persone, sia in spazi interni che esterni".
Nei supermercati accaparramenti e scaffali di disinfettanti vuoti
Nei supermercati gli scaffali dei disinfettanti per settimane desolatamente vuoti e i carrelli pieni raccontavano una situazione irreale, le farmacie astigiane prese letteralmente d'assalto, hanno deciso, in qualche caso, di razionare.
Al Cardinal Massaia, camere a pressione negativa
Iniziano le misure dell'Asl e dell'Ordine dei Medici per tutelare pazienti e medici, anche i medici di famiglia che, come tutto il personale sanitario, si trovano alle prese con un nemico terribile e insidiosissimo.
Molti medici di medicina generale hanno lamentato non ci fossero mascherine e nelle corsie si ventilava che fosse arrivata l'indicazione di non indossarle per non spaventare i pazienti. Infermieri in ferie o a riposo erano stati invitati a rientrare.
Dal 24 febbraio prima di accedere al Pronto Soccorso ci si doveva fermare ad una tenda da campo appositamente allestita dalla Protezione Civile, e il reparto di Malattie Infettive, ha predisposto le sue 16 camere “a pressione negativa”: 10 singole e 6 doppie, per una capienza che va da un minimo di 16 a un massimo di 22 posti letto.
Le dirette del sindaco Rasero e la solidarietà per una crisi senza precedenti
Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha cercato di tenere informata la cittadinanza, ma anche la provincia (i dati della Regione sono infatti provinciali) attraverso quotidiane dirette Facebook, in collaborazione con la Asl di Asti diretta, durante l'emergenza dal commissario Giovanni Messori Ioli.
Quello che non si sapeva ancora un anno fa è che il Covid avrebbe innescato una crisi economica senza precedenti e le diverse amministrazioni si sono adoperate con i fondi del governo, a istituire fondi per le persone più colpite e borse spesa.
Raccolti dagli astigiani per 'Dona la spesa' migliaia di euro.
Il resto è storia e ci ha cambiati per sempre, non dimenticheremo i tanti morti in solitudine
Dalla Dad che ha cambiato la didattica e gli approcci, alle messe e i funerali sospesi, dagli applausi ai medici, ad 'Andrà tutto bene', alle morti in solitudine, ai vaccini che danno una speranza e che prevedono per il Piemonte almeno 80mila persone vaccinate entro fine mese, è storia ormai nota.
Un compleanno tragico che ha lasciato per l'Astigiano 12.505 positivi e 591 decessi. Non possiamo che augurarci di qui al prossimo anno di esserne usciti e che i bollettini quotidiani, lascino il posto a tanti eventi che ci permettano di assembrarci e tornare a vivere.