Al Direttore - 23 febbraio 2021, 18:30

Anche da Asti piena solidarietà a Liliana Segre e Giorgia Meloni. "Contro la barbarie è doveroso reagire"

Il Coordinamento Donne Cgil e la Camera del Lavoro in una nota stampa sui recenti fatti di cronaca

Anche da Asti piena solidarietà a Liliana Segre e Giorgia Meloni. "Contro la barbarie è doveroso reagire"

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma di Luisa Rasero (Responsabile Coordinamento Donne Cgil Asti) e di Luca Quagliotti (Segretario Generale Camera del Lavoro di Asti), in merito ai recenti fatti di cronaca che hanno colpito Liliana Segre e Giorgia Meloni.

 

Esprimiamo la più affettuosa solidarietà alla Senatrice Liliana Segre per gli inqualificabili attacchi personali che continua a ricevere.

È molto amaro che una persona sopravvissuta ai lager nazisti e ai “tempi bui” del secolo scorso, una donna che ha fatto della sua vita una missione di educazione alla civiltà, soprattutto tra le giovani generazioni, una Senatrice che dimostra rispetto e dedizione per l’assemblea in cui siede, nonostante l’età avanzata e le fatiche che ciò comporta, possa essere insultata e minacciata come troppo spesso avviene. Forse i tempi bui non passano mai del tutto.

Più che mai, allora, le siamo grate e grati per quello che continua a fare, per il suo luminoso esempio. Senza dimenticare la sublime ironia con cui poco tempo fa rispondeva a chi – più o meno velatamente – le augurava la morte: «Sono scaramantica, mi allungano la vita». Grande! Ci sentiamo tutte e tutti idealmente parte della scorta che, ormai da tempo, è stato purtroppo necessario assegnarle: un paese civile dovrebbe tutto quanto essere la sua scorta. Un paese civile dovrebbe trovare il vaccino contro l’intolleranza e l’oscurantismo, così com’è stato trovato il vaccino per il Covid.

Sappiamo bene quello che “dà fastidio” nell’azione di Liliana Segre: lei non ha messo l’antifascismo in un museo, lei parla delle discriminazioni di ieri e di quelle di oggi, lei paragona l’indifferenza con cui si guardavano partire gli ebrei per i campi di sterminio con l’indifferenza con cui si guarda oggi il mare chiudersi sui barconi dei migranti. Ci mette in guardia contro le derive dell’umanità e questo è certo irritante per chi, in quelle derive, vuole rimanere e prosperare.

Quasi in contemporanea agli attacchi alla Senatrice Segre, i media hanno dato notizia di gravi insulti sessisti rivolti all’Onorevole Giorgia Meloni.

Vogliamo essere chiare e chiari nel modo più netto possibile. Giorgia Meloni può essere criticata, e criticata duramente, per il suo operato, i suoi programmi e le sue idee. Si può essere politicamente molto distanti da lei, anzi, considerare una sciagura ogni avanzamento del suo partito.

Ma tutto questo va mantenuto sul piano politico, esattamente come sarebbe fatto se parlassimo di Giorgio anziché di Giorgia. Certo, anche ad un uomo non vengono lesinati attacchi feroci, ma non si lanciano accuse di insufficienze sessuali o di impotenza, che sarebbero il corrispettivo al maschile degli epiteti rivolti all’Onorevole Meloni (che ci rifiutiamo di ripetere).

La circostanza che il retroterra culturale dell’elettorato della Meloni sia contiguo (forse lo stesso) di chi insulta Liliana Segre, non costituisce né una giustificazione né un’attenuante per gli attacchi sessisti: per noi costituisce un’aggravante. Se Giorgia Meloni ha usato frasi volgari e discriminatorie (lo ha fatto) e si pensa di ripagarla con la stessa moneta, vuol dire che non si è capito proprio nulla dell’insegnamento di Liliana Segre. E offendere una donna in quanto donna, con insulti che si declinano solo al femminile, costituisce un’offesa per tutte: non lo accettiamo  e non lo tolleriamo, neanche nei confronti della nostra peggiore nemica.

Urge trovare un nuovo modo di discutere e di gestire i conflitti, se non vogliamo scivolare sempre più nella barbarie. Nel nostro piccolo, come Cgil di Asti e Coordinamento Donne Cgil di Asti ne discuteremo a breve in un evento che stiamo preparando con Susanna Camusso e con altre personalità di cui stiamo cercando la testimonianza.

Luisa Rasero

Luca Quagliotti 

Al direttore

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