Quasi sempre siamo abituati ad attribuire al termine “grasso” una valenza negativa, perché ci fa venire in mente la bilancia e i chili di troppo. Così, in una dieta di sottrazione, i primi ad essere eliminati sono proprio loro, considerati i maggiori responsabili delle nostre alterazioni ponderali. Come sempre dobbiamo fare un può di chiarezza!
Oggi parliamo degli “grassi acidi”, chiamati “essenziali” in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli. Ne esistono di 3 tipi: acidi grassi saturi (pericolosi per la salute, se assunti in eccesso); acidi grassi mono-insaturi e poli-insaturi (entrambi salutari e il cui deficit può causare importanti alterazioni all’interno del nostro sistema corporeo).
I grassi saturi sono presenti naturalmente nelle carni grasse, nella margarina, nel burro, nel latte, nello strutto, nelle fritture o aggiunti come additivi nei prodotti da forno industriali. Essi possono determinare, se assunti in modo costante ed eccessivo, seri problemi di salute, perché possono alterare le membrane cellulari, favorendo le forme di impermeabilità della parete cellulare a sostanze importanti come il glucosio, favorendo in questo modo la resistenza insulinica e quindi il Diabete di tipo II.
Tendono ad accumularsi nel sangue con la naturale conseguenza di una maggiore predisposizione a malattie cardiovascolari. Inoltre inibiscono l’assorbimento di alcune vitamine antiossidanti come la vitamina C, la cui funzione biologica è importantissima nei processi di ossidazione. Essa fluidifica il sangue, regola il tasso di colesterolo, favorisce l’assorbimento del ferro ed è antiemorragica. È attivatrice del sistema endocrino. È rinforzante di tutti i vasi del sistema cardiocircolatorio e di quello linfatico.
Capite quanto è importante conoscere quali sono le reali e pericolose conseguenze delle sbagliate abitudini alimentari, molto spesso reiterate con superficialità? E’ troppo limitante soffermarsi solo sull’aspetto calorico degli alimenti, perché ognuno di loro, a seconda dei nutrienti che contiene, apporterà salute o malattia all’interno del vostro organismo. E non può essere il prezzo, la confezione o il testimonial di turno ad indurvi all’acquisto, ma deve essere la vostra conoscenza e consapevolezza di quanto effettivamente sia salutare quella tipologia di cibo.
Questa consapevolezza vi porterebbe a scegliere e preferire i grassi “buoni”, quelli monoinsaturi e polinsaturi, tipicamente presenti negli olii vegetali spremuti a freddo, nella frutta secca, nelle alghe, ma anche nei pesci grassi delle acque fredde (pesce azzurro) e nell’olio di fegato di merluzzo filtrato e spremuto a freddo.
Questi sono acidi grassi importantissimi per le cellule muscolari, sia per la loro funzione di produzione energetica durante l’attività fisica, sia nel favorirne il successivo rilassamento. Non a caso li consiglio sempre in programmi di intensa attività fisica! Intervengono sul controllo della coagulazione del sangue. Influenzano la sintesi del CCK, un ormone che segnala al cervello che siamo sazi e che dobbiamo smettere di mangiare.
Contribuiscono anche al mantenimento della velocità di conduzione nei nervi motori e sensoriali, supportando il sistema nervoso. Sono costituenti delle membrane cellulari. Regolatori del quadro lipidico e glucidico. Permettono la sintesi di alcune sostanze dette eicosanoidi bioregolatori (o "super ormoni") coinvolti nella modulazione di importanti reazioni cellulari come l'infiammazione. Sono grandi “amici” della nostra pelle.
Ecco perché scegliere di arricchire le vostre pietanze con degli oli spremuti a freddo può diventare una vera scelta di salute. Delle diverse vitamine contenute in questi olii voglio parlarvi della vitamina F costituita dall’acido linoleico (Omega 6) e dall’acido alfa-linolenico, il capostipite degli EPA e DHA (Omega 3), entrambi precursori di altri acidi grassi essenziali. Ma per ottenere questi acidi di derivazione, importanti per la salute, è necessario che l'organismo umano possegga un enzima, l'enzima delta 6 desaturasi, che, purtroppo, con l'avanzare dell'età tende ad essere carente.
Di qui la necessità di introdurre cibi che contengano questi acidi di derivazione già formati, come: pesce, crostacei, semi e oli vegetali di lino, chia, canapa, borraggine, ma anche i semi del kiwi e le bacche del mirtillo.
Le vitamine del gruppo F sono sostanze molto importanti per le funzioni e le strutture cerebrali. Infatti l’acido linoleico entra a far parte delle strutture delle membrane cellulari e assicura loro una normale permeabilità, costituisce la materia prima per la sintesi di altri acidi grassi polinsaturi, delle prostaglandine, delle lecitine, della mielina, delle guaine nervose e ha una funzione determinante nell’equilibrio immunitario.
Gli acidi grassi polinsaturi si concentrano nei semi oleosi di girasole, lino, sesamo, cotone, papavero, enotera, ma solo se spremuti a freddo. Purtroppo la nostra dieta ne contiene una quantità che negli anni si è ridotta drasticamente e, per comprenderne il motivo, facciamo un passo indietro nella storia moderna.
Durante la Seconda Guerra Mondiale gli alimenti erano stati razionati, perché la disponibilità di cibi con un giusto apporto calorico, soprattutto quello delle sostanze grasse, era insufficiente, così negli anni successivi, per aumentare la quantità di materie grasse e immetterle sul mercato, si passò all’estrazione a caldo di maggiori quantitativi di olio dai semi oleosi disponibili (a temperature variabili da 160 a 200 gradi Celsius).
L’olio ottenuto era raffinato, privato cioè del suo gusto e del suo aroma originale e naturalmente di tutta la sua componente nutrizionale benefica. Era un olio estremamente pratico, inalterabile, stabile al calore, al contatto con l’ossigeno dell’aria e con la luce, fattori che invece adulterano l’olio pressato a freddo, facendolo diventare rancido (infatti gli acidi grassi polinsaturi benefici sono delle sostanze fragili, che si trasformano nella fase estrattiva, se in condizioni di temperatura particolarmente elevata).
E poiché si raddoppiò la resa, il prezzo diminuì e questi oli raffinati divennero il condimento preferito delle nostre pietanze quotidiane. Non a caso, intorno agli anni Cinquanta, hanno iniziato a manifestarsi con sempre maggior frequenza malattie apparentemente diverse tra loro, che hanno colpito inspiegabilmente individui sempre più giovani.
Ancora oggi stiamo pagando la conseguenza di quei decenni di abuso di sostanze grasse assolutamente nocive per la nostra salute. Ma il pericolo è rappresentato non solo dall’eccesso di sostanze nocive, ma anche dalla carenza di quelle salutari, infatti la mancanza di vitamina F può agire come co-fattore per la comparsa di infezioni banali che tendono a diventare recidive o croniche, come ad esempio raffreddori continui, sinusiti permanenti (sia d’inverno che d’estate), allergie della pelle (eczema, orticaria) o delle vie respiratorie (raffreddore da fieno, asma bronchiale).
In presenza di un deficit di vitamina F si determina anche una perdita di acqua, per evaporazione, che può portare in disidratazione. Ecco che magari dietro a una cronica secchezza cutanea ci potrebbe essere un deficit di questa importante vitamina: la pelle con un quadro lipidico alterato, appare molto secca e ruvida e si squama in particelle talmente fini da sembrare farina, tanto che nel momento in cui vi togliete le calze, queste vengono letteralmente avvolte da una nube di “polvere”.
La pelle sana è liscia e setosa, gradevole al tatto, indipendentemente dall’età della persona. Se invece si squama facilmente o è rugosa, vuol dire che qualcosa non funziona come dovrebbe. Forse state nutrendo la vostra pelle con sostanze grasse artificiali o con olii che contengono vitamina F inattiva o, ancora, con olii che ne sono privi.
Ottimi rimedi per la pelle secca, utilizzabili sia in uso interno che topico sono l’olio di girasole, l’olio di lino, l’olio di canapa e l’olio di semi di zucca, rigorosamente spremuti a freddo. Usateli per l’insalata, per le minestre di cereali integrali o per le patate cotte al vapore o per un pinzimonio con verdure crude di stagione. Un deficit cronico di vitamina F, contribuisce alla genesi delle malattie vascolari, dei disturbi epatici e digestivi cronici, provoca una diminuzione della resistenza dell’organismo ai virus e ai batteri.
Anche il delicato meccanismo della sintesi del colesterolo viene alterato. Questo grasso è precursore della vitamina D, degli ormoni sessuali e surrenalici. Esso forma dei Sali molto solubili con gli acidi grassi polinsaturi. Se questi mancano, il colesterolo si lega con gli acidi grassi saturi, formando dei sali poco solubili che precipitano creando depositi all’interno dei vasi, nella pelle e nelle mucose o dei calcoli nella vescicola biliare.
La vitamina F, biologicamente attiva, è contenuta anche nell’olio di Oenothera biennis i cui effetti terapeutici sono numerosi e polivalenti in quanto attenua i dolori premestruali, regolando il ciclo; associato allo Zinco combatte l’acne; fluidifica il sangue e regola la pressione arteriosa.
L’olio di borragine ha un’azione antinfiammatoria e antiossidante; rivitalizzante per la pelle secca o grassa ma anche per acne e dermatiti; riequilibrante per il sistema ormonale; utile per tenere sotto controllo colesterolo e pressione.
Naturalmente mi riferisco solo a oli spremuti a freddo, di produzione biologica che dovrebbero diventare, a prescindere da tutto, una vostra sana abitudine alimentare.