Sanità - 28 marzo 2021, 17:40

“Ho 31 anni e a causa dei controlli sanitari rinviati per il Covid ho rischiato di perdere l’utero”

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza dell'odissea sanitaria vissuta da una giovane lettrice che ha dovuto ricorrere a cure private

Immagine generica controllo diagnostico

La condivisione sulla nostra pagina Facebook dell’articolo pubblicato su Torino Oggi, altra Testata del nostro gruppo editoriale, inerente la vicenda di un giovane pinerolese cui sono state rimandate più volte visite di controllo dopo l’asportazione di una massa tumorale, ha suscitato molteplici reazioni e commenti (CLICCA QUI per leggerli) che attestano come, anche nell’Astigiano, l’emergenza pandemica abbia finito per porre in ‘secondo piano’ tutte le restanti problematiche sanitarie.

Tra le testimonianze giunte ci ha colpito in particolare quella di una giovane lettrice, che non citeremo esplicitamente per tutelarne la privacy, che ci ha contattato privatamente per raccontarci la sua personale odissea sanitaria.

“Nel novembre scorso ho dovuto sottopormi in forma privata a un intervento presso la clinica Fornaca di Torino. Ho subito laparoscopia e laparotomia per asportazione di cisti ovariche, fibroma e due focolai di endometriosi. Purtroppo ho dovuto fare anche la laparotomia, quindi tagliare, perché i tempi si erano dilatati e il fibroma era cresciuto”.

“Tutto ha avuto inizio – ci ha spiegato – nel marzo dello scorso anno, quando durante una ordinaria visita di controllo il ginecologo dell’Asl di Asti mi ha consigliato di effettuare degli accertamenti per un sospetto fibroma. Dovevo fare le visite in ospedale, ma sono state sospese causa Covid e quelle prenotate mi sono state disdette telefonicamente motivandolo con il fatto che ‘non era urgente’. Anche se, essendo accertamenti, non potevano ancora sapere se vi fosse o meno un’urgenza”.

La signora si è quindi rivolta a un centro diagnostico privato, ma in quel periodo di lockdown anche loro non effettuavano controlli ginecologici, ripresi a fine giugno. Dopo l’estate, l’odissea medica della giovane donna è proseguita con accertamenti effettuati comunque con tempi lunghi poiché l’emergenza pandemica aveva costretto a rinviare tutti gli appuntamenti pregressi. Si è arrivato così a settembre, quando la paziente è riuscita a sottoporsi, a pagamento, ai necessari accertamenti e si è rivolta alla clinica Fornaca dove è stata sottoposta a intervento.

“Ma il punto – ha concluso la lettrice – è che ho 31 anni e, se il focolaio di endometriosi non fosse stato diagnosticato e arginato in tempo, avrei perso l’utero per sempre. E comunque sono tutt’oggi in cura presso la clinica, dove a giugno verrò sottoposta a un ulteriore controllo, sperando in bene e che il peggio sia ormai alle spalle”.

Ricordiamo, infine, che marzo è stato il mese dedicato alla informazione su questa malattia ancora poco conosciuta (CLICCA QUI per rileggere l'articolo)

Gabriele Massaro

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