Economia e lavoro - 10 aprile 2021, 07:30

Il turismo delle Colline Unesco rinnova l’appello: "Più dei ristori serve una data per poter ripartire"

Nella conferenza di giovedì il premier Draghi ha disatteso la principale richiesta degli operatori del settore. Il Consorzio Langhe Monferrato Roero: "Prenotazioni al palo senza un’indicazione sulle riaperture"

Colline Unesco patrimonio dell'Umanità

Una data per le riaperture. Ciò che il premier Mario Draghi non ha voluto o potuto dare nella seguita conferenza stampa di giovedì pomeriggio è proprio quanto gli operatori turistici di tutto il Paese chiedono a gran voce da settimane.

Di questa idea sono ovviamente anche gli imprenditori del settore attivi sulle Colline Unesco, a partire dalle 400 strutture che fanno parte del Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero. Imprese che con sempre maggiore preoccupazione guardano al rischio che una campagna vaccinale che procede ancora a tentoni possa compromettere una riapertura capace di cogliere appieno le opportunità della stagione estiva, dopo un autunno e un inverno contraddistinti dalle chiusure.

“In questo momento è necessario avere una data precisa in cui sapere di poter ripartire, una data certa – 
ribadisce la direttrice del Consorzio Elisabetta Grasso –. Nei nostri uffici continuiamo a ricevere decine di chiamate, richieste di informazioni, alle quali, in questa situazione di incertezza, non è ovviamente possibile fare seguire una prenotazione. Gli ospiti hanno bisogno di capire quando potranno ricominciare a viaggiare. Alle strutture e a noi enti di promozione serve poter fare una programmazione razionale, una promozione mirata, le strutture devono capire da quando assumere tutto lo staff. Aprile deve essere il mese del blocco per arginare la pandemia, ma poi l’economia deve ripartire, non si può attendere oltre”.

Discorso del tutto analogo per i Voucher Vacanze della Regione Piemonte. Uno strumento di emergenza che ha funzionato bene, come conferma il fatto che i due consorzi del territorio finora ne hanno venduti 5.800, col 65% dei fruitori provenienti dal Piemonte, un altro 20% dalla Lombardia, seguiti da Emilia, Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Svizzera, Germania, Francia, Olanda, Usa, Stati Uniti, Belgio, Danimarca. "Stiamo continuando a venderli – spiega Grasso –, ma con formule aperte, senza data quindi, col rischio che quando arriveremo alla sospirata riapertura diventi problematico soddisfare tutte le richieste".

L’unica formula che in questo quadro fa eccezione a questa situazione di stallo riguarda le "case vacanze", tipologie di soggiorno scelte da famiglie o gruppi, che guardano a questa soluzione col desiderio di evitare mete affollate. Il problema è che si tratta di una tipologia di offerta numericamente residuale, almeno per quanto riguarda il nostro territorio. Da qui anche la decisione dei tanti che stanno partendo in tempo con l’intenzione di accaparrarsi quelle disponibili.

Anche da questo dato, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, arriva una delle ragioni di ottimismo col quale il comparto locale guarda alla ripresa, nell’evidenza che non saranno i ristori o i sostegni a salvarlo, ma il ritorno alla possibilità di lavorare.

La riprova in un’analisi sulla situazione e sulle tendenze nei prossimi mesi che il Consorzio ha elaborato da studi e confronti con autorevoli esperti nel settore della consulenza turistica, coi propri soci e coi tour operator e le agenzie di viaggio con cui collabora, in Italia e all’estero.

Ancora Grasso: "Il 2020 è stato l’anno della resilienza, il 2021 dovrà essere quello della pazienza. Ci immaginiamo un relativo ritorno alla normalità a partire dall’estate e confidiamo che il nostro territorio abbia tutte le caratteristiche per partire prima di altre destinazioni, in quanto in campagna, nel verde, con possibilità di spazi ampi, attività all’aria aperta, strutture di accoglienza di alto livello e di dimensioni medio-piccole, che ispirano sicurezza".

Il turismo "di prossimità" sarà così quello su cui scommettere, e sul quale il Consorzio sta insistendo e insisterà in termini di promozione. "Il nostro territorio – conferma Grasso – ha sempre fortemente puntato sulla promozione all’estero, rivolta a quei mercati di lungo raggio, i cui visitatori possano soggiornare più notti nelle nostre strutture. Questo periodo ha favorito invece la conoscenza del nostro territorio per un pubblico italiano, che ha avuto l’opportunità di vivere un soggiorno sulle nostre colline manifestando entusiasmo e interesse nel voler ritornare, spesso, anche in futuro. Saranno sempre più richieste strutture in esclusiva, quindi la possibilità di soggiornare in un piccolo hotel o in una dimora di campagna, riservata per un’unica famiglia o un gruppo di amici o parenti, con cui si ha voglia di trascorrere del tempo, vista la mancanza di rapporti in questi mesi.

Per questo abbiamo cambiato il nostro orizzonte,  rivolgendoci al mercato italiano ed europeo, che nell’arco dei 1.000 km può raggiungere le nostre colline in macchina, anche last minute, in base alle restrizioni vigenti. 'Staycation' (la vacanza presso casa, ndr) sarà quindi la tendenza del momento, per la voglia di scappare dalle città e trovare soluzioni di ospitalità vicine, in campagna, che permettano di vivere un contesto di relax e privacy, lontano dai luoghi affollati".

Ezio Massucco

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