Economia e lavoro - 28 aprile 2021, 20:00

Economia, nati-mortalità delle imprese piemontesi. Incertezze per i primi tre mesi del 2021

Paralisi delle imprese, poche nascite e chiusure, male Asti e Biella

Economia, nati-mortalità delle imprese piemontesi. Incertezze per i primi tre mesi del 2021

Un  sistema produttivo piemontese paralizzato, dove pesano le incertezze dello scenario economico tra epidemia e prospettive di rilancio legate al Recovery

Nei primi tre mesi del 2021 rallentano sia le nascite sia le chiusure: le nuove imprese sono 7.915, dato lievemente superiore rispetto al primo trimestre 2020 (7.181), periodo  condizionato dall’avvio della stagione pandemica (con il fermo di ogni attività per l’intero mese di marzo). Tra le province i numeri più negativi sono di Biella e Asti.

Le cessazioni sono 8.021 contro le 10.712 del primo trimestre 2020. Il saldo è risultato debolmente negativo (-106 unità). Lo stock di imprese  registrate a fine marzo 2021 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 425.722unità.il risultato peggiore appartiene all’agricoltura (-0,76%), seguita dal turismo (-0,64%), comparto in positivo negli ultimi anni.

 Per Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte, “I dati, riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi, ci restituiscono un tessuto imprenditoriale paralizzato, in attesa a causa dell’emergenza sanitaria che da oltre un anno ha stravolto i ritmi produttivi. Ora più che mai l’intervento di tutte le istituzioni deve essere ancora più incisivo. In primo luogo è necessario portare a compimento, il più velocemente possibile, la campagna vaccinale: un obiettivo per un cui le Camere di commercio piemontesi sono pronte a dare il proprio appoggio. Servono poi misure efficaci, che restituiscano fiducia al sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita”.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita piatto, pari al -0,02%, dato lievemente peggiore rispetto a quanto registrato a livello nazionale (+0,08%), ma migliore rispetto ai dati registrati nei primi trimestri degli scorsi anni dal tessuto piemontese (-0,82% nel I trimestre 2020 e –0,71% nel I trimestre 2019). Appare, quindi, ragionevole pensare che esista una “platea nascosta” di imprese che in altre circostanze avrebbe chiuso i battenti e che non lo ha ancora fatto a causa dell’eccezionalità del periodo.

L’analisi per forma giuridica conferma il trend ormai consolidato di crescita delle società di capitale che, nonostante il difficile periodo congiunturale, mostrano un tasso di crescita del +0,80% e raggiungono un peso pari al 19,6% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte. Piatto il tasso evidenziato dalle ditte individuali (-0,05%), che rappresentano oltre la metà delle imprese. Le altre forme, che pesano solo il 2,2% del totale, subiscono un calo dello 0,35%. Le società di persone (un quinto circa del complesso delle sedi piemontesi) evidenziano il calo più significativo (-0,64%)

Nei primi tre mesi dell’anno nessun comparto ha evidenziato flessioni superiori al punto percentuale. In particolare, il risultato peggiore appartiene all’agricoltura (-0,76%), seguita dal turismo (-0,64%), comparto tradizionalmente in positivo negli ultimi anni. L’industria in senso stretto registra un tasso del -0,30% e il commercio del -0,22%. In controtendenza gli altri servizi, che crescono dello 0,34%, e le costruzioni con un tasso del +0,35%.

Redazione

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