Economia e lavoro - 29 aprile 2021, 07:30

Ristorazione e riaperture, Confartigianato Piemonte: "Inaccettabile che non sia prevista la consumazione al banco"

Solo un terzo delle imprese del settore potranno riaprire al pubblico. In Piemonte si contano quasi 5mila imprese artigiane che lavorano nella ristorazione

Immagine di repertorio

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Da lunedì il Piemonte è entrato in zona gialla, ma sono ancora tante le incertezze e criticità rispetto alle nuove direttive per gli addetti che lavorano nel settore food (compresi gli artigiani).

Infatti il nuovo decreto del governo che ha sancito l’apertura, tra l’altro, della ristorazione, a detta di molti di fatto favorisce soltanto i locali che hanno spazi all'aperto. Non solo la consumazione al tavolo è consentita esclusivamente all'aperto ma anche il caffè potrà essere servito al bancone soltanto se c’è anche una struttura esterna.

Per questo si è scatenata una confusione interpretativa che ha contribuito ad alimentare incertezze e sgomento fra gli addetti del settore.

È inaccettabile che nel Decreto Riaperture - spiega Alessandro Del Trotti, presidente produttori dolciari di Confartigianato Imprese Piemonte - non sia prevista la consumazione al banco per le attività di ristorazione, compresa quella artigiana, così come per i bar. C'è stata l’ennesima comunicazione fatta all’ultimo momento con l’aggravante della mancanza di chiarezza affidata solo a una precisazione di una circolare del Ministero dell'Interno”.

La vendita diretta della pasticceria artigianale coinvolge in Piemonte 1.618 imprese di pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 4.780 addetti, un settore caratterizzato da un’elevata vocazione artigianale, con circa 1.200 imprese artigiane, che si stima rappresentino il 76,4% del comparto. A completare il settore food si contano, in Piemonte, oltre 3.700 rosticcerie e pizzerie artigiane.

Ci domandiamo la motivazione per cui il passaggio in zona gialla non preveda il ritorno alle norme precedentemente previste per questo colore, - continua Del Trotti - con la possibilità di consumo al bancone e sul posto, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria alle quali le imprese si sono già adeguate da tempo a fronte di importanti investimenti. In pratica chi non ha tavoli all’aperto potrà continuare solo con l’asporto. Il nuovo decreto si profila quindi come una regressione e non come una promozione, anche perché solo un quinto delle imprese artigiane dispongono di un dehor, la cui capienza è comunque limitata e ulteriormente ridotta dal tetto massimo di quattro persone per tavolo".

La nostra previsione – conclude Del Trottiè che solo circa un terzo delle imprese del settore food potranno riaprire al pubblico”.

Comunicato stampa

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