Da lunedì il Piemonte è entrato in zona gialla, ma sono ancora tante le incertezze e criticità rispetto alle nuove direttive per gli addetti che lavorano nel settore food (compresi gli artigiani).
Infatti il nuovo decreto del governo che ha sancito l’apertura, tra l’altro, della ristorazione, a detta di molti di fatto favorisce soltanto i locali che hanno spazi all'aperto. Non solo la consumazione al tavolo è consentita esclusivamente all'aperto ma anche il caffè potrà essere servito al bancone soltanto se c’è anche una struttura esterna.
Per questo si è scatenata una confusione interpretativa che ha contribuito ad alimentare incertezze e sgomento fra gli addetti del settore.
“È inaccettabile che nel Decreto Riaperture - spiega Alessandro Del Trotti, presidente produttori dolciari di Confartigianato Imprese Piemonte - non sia prevista la consumazione al banco per le attività di ristorazione, compresa quella artigiana, così come per i bar. C'è stata l’ennesima comunicazione fatta all’ultimo momento con l’aggravante della mancanza di chiarezza affidata solo a una precisazione di una circolare del Ministero dell'Interno”.
La vendita diretta della pasticceria artigianale coinvolge in Piemonte 1.618 imprese di pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 4.780 addetti, un settore caratterizzato da un’elevata vocazione artigianale, con circa 1.200 imprese artigiane, che si stima rappresentino il 76,4% del comparto. A completare il settore food si contano, in Piemonte, oltre 3.700 rosticcerie e pizzerie artigiane.
“Ci domandiamo la motivazione per cui il passaggio in zona gialla non preveda il ritorno alle norme precedentemente previste per questo colore, - continua Del Trotti - con la possibilità di consumo al bancone e sul posto, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria alle quali le imprese si sono già adeguate da tempo a fronte di importanti investimenti. In pratica chi non ha tavoli all’aperto potrà continuare solo con l’asporto. Il nuovo decreto si profila quindi come una regressione e non come una promozione, anche perché solo un quinto delle imprese artigiane dispongono di un dehor, la cui capienza è comunque limitata e ulteriormente ridotta dal tetto massimo di quattro persone per tavolo".
“La nostra previsione – conclude Del Trotti – è che solo circa un terzo delle imprese del settore food potranno riaprire al pubblico”.