Nonostante le difficoltà correlate l’emergenza Covid, l’ospedale di Asti si conferma un punto di riferimento mondiale per la cura delle aritmie cardiache. Attività che da tempo, oltre a concentrarsi sullo sviluppo di tecniche innovative a beneficio dei pazienti, si è aperta all’esterno, mediante la formazione di medici specialisti in grado di applicare la stessa metodica in altre strutture italiane e internazionali.
Rientra in questo ambito anche un webinar, svoltosi nelle scorse settimane, nell’ambito del quale il reparto di Cardiologia guidato dal dottor Marco Scaglione ha fatto scuola a un gruppo di 15 medici collegati da tutta Europa e dal Medio Oriente. Due giornate dedicate all’insegnamento dell’ablazione della fibrillazione atriale attraverso l’ipnosi, metodo di cui Asti è stata pioniera a livello mondiale: dal 2018 ad oggi al Cardinal Massaia sono stati effettuati oltre 900 interventi di ablazione con l’ipnosi, circa 700 dei quali sono proprio ablazione di fibrillazione atriale.
L’ablazione, che serve a eliminare l’aritmia cardiaca, si effettua mediante l’inserimento di piccoli elettro-cateteri nell’inguine (o in alternativa nella spalla) che attraverso vene o arterie raggiungono l’interno del cuore e “bruciano” con radiofrequenza il circuito elettrico responsabile dell’aritmia, interrompendolo.
La tecnica dell’ipnosi è adiuvante alla sedazione farmacologica e permette quindi di ridurre in modo consistente la quantità di farmaci utilizzati a scopo analgesico durante l’operazione: all’ospedale di Asti viene impiegata in più dell’80% dei casi di ablazione. Negli ultimi anni, inoltre, è stato introdotto un nuovo metodo che consente di limitare notevolmente l’uso dei raggi X.
Queste conoscenze sono state al centro della due giorni di corso: il primo giorno con una serie di lezioni frontali via web, il secondo con la trasmissione in diretta di due interventi effettuati dall’équipe del reparto di Cardiologia. Nel corso del 2021 sono previsti altri due appuntamenti analoghi, ad Oxford e ad Amburgo, che con Asti costituiscono i tre centri di riferimento per Europa e Medio Oriente.
“In questo caso abbiamo usato l’emergenza Covid come un’opportunità – sottolinea il dottor Scaglione -. Il percorso formativo che ci permette di condividere da tempo le nostre conoscenze con i colleghi non solo non si è bloccato ma si è maggiormente strutturato: inoltre la possibilità di restare nel nostro ospedale ci ha permesso di insegnare continuando comunque con la nostra attività ordinaria”.
“È un’ulteriore conferma del valore della sanità astigiana, che vede da tempo nella cardiologia uno dei suoi punti di forza - commenta il direttore generale Asl At Flavio Boraso .- La pratica dell’ipnosi è ormai ampiamente affermata e diffusa, grazie al lavoro svolto in questi anni nell’ospedale di Asti, punto di riferimento per i pazienti cardiologici del Piemonte e anche delle altre regioni”.