Viviamo in un posto bellissimo - 10 luglio 2021, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo carico di verdi speranze

Puntata dedicata ad Asti, alle sue aree verdi, al loro valore nel sostenere la qualità di vita urbana e nel contribuire all’immagine verso visitatori e turisti

Uno dei sentieri del Bosco dei Partigiani

Uno dei sentieri del Bosco dei Partigiani

Per provare a capire lo stato dell’arte, partiamo da qualche dato: la superficie delle aree verdi pubbliche del capoluogo, direttamente o indirettamente a gestione comunale sono poco più di 96 ettari, 250 giornate. Rappresentano il 3,6% della superficie comunale. Il verde per residente è intorno ai 13 metri quadri.

Tanto o poco? Il minimo di legge sono 9, quindi sopra il minimo. Un paio di ettari sono aiole, sessanta ettari son parchi e giardini, il resto verde sportivo e scolastico. Il patrimonio arboreo urbano non è da poco: dodicimila esemplari di cui alcuni di inestimabile valore, come il possente platano nel giardino di Palazzo Alfieri, piantato nel 1849 per i cento anni dalla nascita del nostro grande trageda, inserito non a caso nell’elenco degli alberi monumentali italiani. A chiudere qualche chilometro di siepi.

Dati però che ci vedono ben sotto la media nazionale del verde urbano a disposizione di ogni cittadino nelle città capoluogo della Penisola. 31 metri quadrati contro 13, come emerge dall’ultimo report Istat in tema: Dati ambientali nelle città. Il Nord si conferma come la parte della penisola con più verde cittadino: 34,8 metri quadrati pro capite. Cifra più alta grazie al contributo di città particolarmente verdi, come Trento con 401,5 metri quadrati di verde urbano pro capite, o Sondrio con 312,4 metri.

E sì che diverse recenti ricerche caldeggiano l’incremento di verde urbano anche come volano per lo sviluppo turistico, fino ad ipotizzarne l’incidenza sullo sviluppo economico locale, grazie a nuovi residenti e nuove attività, convinti da quantità e qualità del verde pubblico.

Quantità e qualità. Vabbè, saremo carenti nella prima, ma almeno non nella seconda. E invece pare che anche lì, pur forniti di un buon numero di dirigenti, quadri, uffici, addetti, appalti a terzi e chi più ne ha più ne metta, ci sia molto da dire e molto da fare, evitando magari di celebrare o utilizzare il volontariato, se non nella sua sacrosanta funzione di stimolo.

Un bell’esempio di stimolo è il recente movimento di piazza a favore della...volevo scrivere valorizzazione, ma credo il termine adatto sia manutenzione minima del Bosco dei Partigiani che, a lato di una importante fetta delle antiche mura, potrebbe essere luogo piacevole per gli astigiani e distintivo per qualche turista in giro in centro città.

Scordiamoci temporaneamente la mancanza d’aggiornamento delle certificazioni arboree, base per eventuali interventi di cura e ottimo strumento per evitare incidenti, che col meteo pazzo che ci ritroviamo non si sa mai. Scordiamocene temporaneamente, ma per il resto pretendiamo un cambio di passo deciso, fatto di più attenzioni, di più pensiero, di più lavoro e, se necessarie, anche di più risorse.

Davide Palazzetti

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