Cultura e tempo libero - 15 luglio 2021, 15:00

Comunità Astesana: Laurana, Ottavio, Loretta, Mauro e Magda

Puntata dedicata al nuovo sito del consorzio turistico che dovrebbe promuovere l’Astigiano assieme a Langhe e Roero e a cinque persone coinvolte a vario titolo

Cattedrale di Asti. Grande esempio di architettura gotica, di storia della città, di arte e di carenze nel nuovo sito dell'ATL

Cattedrale di Asti. Grande esempio di architettura gotica, di storia della città, di arte e di carenze nel nuovo sito dell'ATL

Laurana, Ottavio, Loretta, Mauro e Magda: cinque nomi di persone che, in questi ultimi giorni, hanno avuto, chi più chi meno, a che fare o dire attorno alla promozione turistica di Asti, Astigiano e Astesana.

Ma andiamo con ordine. Partiamo dal primo nome: Laurana, Lajolo, che tutti saprete quanto si prodighi da anni a cercare di dare valore a territorio e cultura di Comunità. Laurana tiene una rubrica settimanale sull’edizione astigiana di La Stampa. Di cosa mi va a parlare sabato? Della povertà di contenuti e dello stravolgimento di racconto di un territorio, il nostro, all’interno del nuovo sito internet dell’ATL. Nulla di più vero. Bravissima ad averne fatto voce, ad aver sottolineato con chiarezza e forza un bel problema. Dategli un’occhiata e poi ci dite. Avevamo una ATL tutta nostra che hanno scelto di far scomparire con la scusa di qualche spicciolo e di Marianna, Madia. Avevamo un portale sul turismo locale sicuramente old-fashioned nella grafica, con un sistema operativo che ogni tanto faceva i capricci, ma carico di tanti contenuti di valore, fruibili in due, tre click. In quello albese di click ne servono altrettanti solo per capire il contesto, il doppio per arrivare a quel poco che descrive e racconta. Che poi non descriva e racconti Asti e il suo territorio è un’altra storia, non certo piacevole. E per questo, nuovamente brava Laurana.

Secondo nome: Ottavio, Coffano. Anche lui ha una rubrica, ma su La Nuova Provincia, dove martedì scorso si chiedeva e chiedeva, giustamente, chi facesse conoscere la nostra offerta turistica, evidenziando inoltre che nessuna delle denominazioni territoriali spinte dalla ATL fosse riconducibile ad Asti e dintorni. Sant’uomo, grazie.

Terzo: Loretta, Bologna, assessore del Comune di Asti con delega al turismo. La cito perché, dando ragione a mia moglie, sono una brutta persona. Me lo diceva fin da quando ci siamo conosciuti, 40 anni anni fa; me lo diceva spesso da bordo campo di partite di sano rugby, dove pareggiare i conti era assai più facile e veloce. La cito perché origine di un fastidio da esternare, concretizzatosi venerdì scorso durante la presentazione ufficiale in Uni-Astiss della prima Comunità Patrimoniale del Nord Ovest italiano, Faro Astesana, che ho l’onore di presiedere. Tra i vari ospiti, a salutare, celebrare e complimentarsi, anche lei, in sostituzione del sindaco, occupato altrove. Di cosa parla la signora? Di valori comuni, di cultura, di patrimonio distintivo da trasferire alle prossime generazioni? No, di monferrato, lasciando scorrere la puntina su un disco consunto e assai poco adatto al contesto. Come ascoltare a palla una compilation di Amy Winehouse mentre il prete ti immerge la testolina del neonato in una fonte battesimale trecentesca. Niente da fare: viva il monferrato, viva la nuova ATL.

Quarto: Mauro, Carbone. Direttore dell’ATL con sede ad Alba. Responsabile, per ruolo e nei fatti, di quanto sopra. Anche lui ha toccato palloni di forma ovale ed è un vero peccato sia più giovane di me di diversi anni e sia arrivato al rugby molto tardi. L’idea di trovarmelo come avversario in campo, da brutta persona che sono, in certi momenti mi affascina non poco.

Ultimo nome: Magda, Antonioli, direttore in Bocconi del corso di Laurea ACME (Economics and Management in Arts, Culture, Media and Entertaiment) e vicepresidente dell’European Travel Commission. Non me ne vogliano gli altri quattro, ma è la mia prima scelta. In una recentissima intervista a Il Sole 24 Ore, nell’evidenziare la crisi legata alla pandemia che si è abbattuta con forza sul turismo italiano, Magda paventa che si possa diventare prede. Prede facili per investitori stranieri, oggi in grado di approfittare del settore, in saldo. Condivido in toto il suo suggerimento finale: essere intraprendenti e attrezzarsi a diventare predatori. Lo condivido con il magone di chi è già stato predato, confidando nella convinzione che tutto si possa cambiare. Nulla è per sempre.

Davide Palazzetti

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