Con Il progetto 'I care' Il Cpia 1 di Asti ha voluto in modo concreto dimostrare che il motto 'prendersi cura' può essere messo in pratica, integrando risorse, percorsi, didattica e fornendo più occasioni formative agli adulti del territorio. Attraverso il Pon “I care” il Cpia di Asti, si è preso cura di un gap presente in termini formativi, andando a realizzare percorsi per le fasce più deboli, rafforzando i percorsi già esistenti ma che avevano meno risorse per gli studenti che necessitavano di rientrare a scuola.
Il progetto è stato strutturato in nove moduli, sei dei quali sono stati svolti in collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore “Giovanni Penna” di Asti. I moduli hanno riguardato l’ampliamento della rete degli adulti; l’incremento delle attività finalizzate all’inclusione di soggetti in situazione di svantaggio; l’innalzamento dei livelli di competenza, per esempio quello del biennio delle superiori negli indirizzi di Alberghiero/Enogastronomico e Agraria.
I destinatari dei moduli sono stati studenti ultra-sedicenni, minori non accompagnati, richiedenti asilo e rifugiati; giovani adulti e adulti italiani che maggiormente rischiano l’abbandono scolastico e l’isolamento sociale.
L’Istituto opera su tutto il territorio provinciale, le sedi comprendono: Asti, Nizza Canelli, Monferrato, Casa di Reclusione di Quarto d’Asti e altri punti di erogazione del servizio messi a disposizione da scuole, comuni e associazioni.
Gli studenti attualmente iscritti al Cpia sono 1992, alcuni sono italiani, molti provengono dall’Africa settentrionale, dall’Africa subsahariana, dall’America centrale e latina, dall’Asia e infine dall’Europa, soprattutto dell’est.
"In linea con la raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativa allo sviluppo delle competenze chiave per l’apprendimento permanente degli adulti, spiegano dalla scuola, si sono ritenuti urgenti alcuni obiettivi didattici, tra cui lo sviluppo e il potenziamento delle competenze di base previste al termine dell’obbligo scolastico, quali la padronanza della lingua italiana; l’utilizzo di una lingua straniera per i principali scopi comunicativi ed operativi; l’uso degli strumenti matematici nel quotidiano per interpretare la realtà che ci circonda".
Questo progetto ha così permesso a 29 studenti dei sei moduli di rafforzare le competenze e le conoscenze richieste per poter accedere alla terza e quarta superiore. Ciascun modulo ha coinvolto ventinove corsisti, venti dei quali, nel corso degli anni scolastici successivi, hanno conseguito il diploma di Scuola Secondaria di Secondo Grado presso lo stesso I.I.S. “Giovanni Penna”.
Negli anni successivi inoltre il Cpia ha avviato cinque classi su tre percorsi di I Livello I Periodo (Biennio delle superiori): Agraria, Alberghiero Enogastronomico e Meccanica. Ha introdotto anche classi su più fasce orarie. Da quest’anno verrà avviato un nuovo percorso, quello di Perito Informatico con l’Istituto Artom di Asti.
Dal 2017 a oggi, inoltre, gli studenti che si rimettono in gioco in un percorso di scuola superiore è cresciuto toccando gli oltre 100 iscritti al biennio e quindi triplicando gli studenti che si danno una seconda possibilità scolastica. Prendersi cura (I care) di chi da adulto vuole tornare a scuola significa costruire reti con altri Istituti Scolastici, mettere in campo risorse, cercarle attraverso la progettazione e dare un’occasione concreta a chi riprova a mettersi in gioco. Recuperare la dispersione scolastica è anche questo, oltre che un buon proposito, la capacità di programmare e prendersi cura del percorso di istruzione di ogni singolo allievo.
"Il Cpia 1 di Asti può in pratica dire di aver corrisposto appieno a quel titolo così evocativo del progetto, non solo dando una nuova occasione a 30 studenti, ma aprendo una via nuova che sta dimostrando di portare grandi risultati in termini di inclusione e di contrasto alla povertà educativa e al gap formativo".