Sanità - 13 settembre 2021, 15:41

Il Piemonte dispone di 651 posti letto in terapia intensiva e altri 100 verranno attivati entro un anno

Lo ha comunicato, nel corso di un’audizione in Commissione Sanità della Regione, il coordinatore dell’Area sanitaria dell’Unità di Crisi

Un reparto di terapia intensiva

Un reparto di terapia intensiva

Attualmente in Piemonte sono disponibili 651 posti letto in terapia intensiva e oltre un centinaio verranno attivati al più tardi entro un anno. E’ quanto ha dichiarato, nel corso di una seduta della Commissione regionale sanità dedicata all’argomento, il coordinatore dell’Area sanitaria dell’Unità di crisi Emilpaolo Manno.

“Alle 327 terapie intensive ‘storiche’ – ha spiegato Manno – si sono in questi mesi aggiunti 164 posti letto quiescenti che non derivano da riconversioni ma dalla quota letti prevista nel Piano Arcuri (che ne prevede complessivamente 299) e da letti allestiti e non occupati nei vari ospedali, nonché da 160 posti letto funzionali predisposti e finanziati con fondi regionali. Un numero che dovrebbe permettere di affrontare con relativa tranquillità la quarta ondata di pandemia, dal momento che al 31 marzo 2020 (prima ondata) i posti erano 459, al 22 novembre 2020 (seconda ondata) 414 e al 22 marzo 2021 (terza ondata) 364”.

“Dei pazienti Covid attualmente ricoverati in degenza ordinaria – ha aggiunto - il 67% non è vaccinato o ha ricevuto una sola dose, mentre il 33% ha ricevuto la vaccinazione completa; di quelli in terapia intensiva, invece, il 70% non è vaccinato o ha una sola dose e il 30% lo è, ma si tratta di pazienti con patologie pregresse”.

Manno ha poi aggiunto che “si auspica, con la quarta ondata, di non creare nuovi Covid Hospital ma s’intende tutelare le attività ad alta specializzazione di ogni Azienda per non bloccare ulteriormente le liste d’attesa”.

Inoltre, rispondendo al presidente della Commissione (Lega) e al M5s ha spiegato che la disponibilità di terapie intensive consentirà, anche dopo la pandemia, di fare un’analisi dei bisogni regionali e potrà consentire, sugli esempi israeliano e svedese, di mantenere posti perfettamente funzionali da attivare celermente in caso di bisogno”.

Redazione

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