Una volta c’era il mare, lo sappiamo tutti. Le colline dell’Astigiano, qualche milione d’anni addietro, erano ricoperte d’acqua. Acqua non troppo alta, con fondali sabbiosi che hanno favorito l’accumulo di un mare, mai termine più consono, di testimonianze fossili. Questa nostra unicità è confermata dal grande patrimonio di balene, balenottere, delfinidi e fossili, presentato, da ieri, dal Museo Paleontologico dell’Astigiano, nell’ex chiesa del Gesù al Michelerio con un‘importente ed affascinante mostra.
Balene Preistoriche è l’esposizione di una parte della collezione di cetacei fossili dell’Astigiano che si può definire certamente una delle più notevoli e complete d’Europa.
Balene ritrovate a Belangero, Camerano Casasco, Chiusano, Montafia, Montiglio, San Marzanotto, Settime, Tonco e Vigliano che si sommano a un’infinita varietà di conchiglie ed altri fossili, oltre agli importanti reperti paleontologici di mastodonti da San Paolo Solbrito, Montafia, Cantarana, Cinaglio e Mombercelli.
Per gli spazi a disposizione, il tesoro in mostra al Michelerio è parziale, ma basta e avanza per trarne soddisfazione, anche grazie ad un allestimento che coniuga perfettamente didattica ed emozione, facendoci ben immergere nel nostro antichissimo mare.
Tra il tanto in mostra non perdetevi Tersilla, reperto unico a livello mondiale quale balena più antica del Mediterraneo, ritrovata per caso nel 1993 durante i lavori di costruzione di una strada ad Asti in frazione San Marzanotto. Emersa dal suolo di una vigna, la balena deve il suo nome all’anziana proprietaria del terreno. Assieme alle sue ossa, anche alcuni denti di squalo, che probabilmente si erano cibati dei suoi resti.
La casualità di ritrovamento è la costante che accomuna praticamente tutti gli spettacolari reperti: una cava, una strada, uno sbancamento, gli scavi per la posa di una condotta d’acqua o quelli per la linea ferroviaria Torino Genova. Non ne avessimo abbastanza, basterebbe scavare.
La mostra è assai interessante ed è ospitata in un posto bellissimo, posto dal fascino incredibile per la sua storia e l’arte che ospita: l’ex chiesa del Gesù, suggestiva costruzione del XVI secolo, in fondo al cortile interno di palazzo Michelerio, proprio di fianco all’allestimento museale stabile. Anticamente era parte di un monastero delle Clarisse, progettato nel 1524 da Vincenzo Seregno, ingegnere della fabbrica del Duomo di Milano, per volontà della nobile famiglia astigiana dei Guttuari. Al suo interno si svela una delle più importanti imprese decorative ad opera del grande pittore astigiano Gian Carlo Aliberti, il grande affresco raffigurante la Gloria del Paradiso, e una raccolta di vivaci affreschi seicenteschi, opere di Salvatore Bianchi, recuperati nel 1907 dalla chiesa di Sant’Anastasio prima della sua demolizione.
Insomma, tanti motivi per dedicare tempo alla migliore cultura, magnificamente concentrata attorno ad una importante mostra di fossili. Buona visita.