Attualità - 27 settembre 2021, 10:06

Referendum cannabis, anche nell'Astigiano diversi comuni inadempienti diffidati dai promotori

Sono 20 i Comuni, tra cui Asti. L'elenco è riportato sul sito dell'associazione Luca Coscioni, che fa parte dei promotori

Referendum cannabis, anche nell'Astigiano diversi comuni inadempienti diffidati dai promotori

Ci sono 20 comuni astigiani, tra cui il capoluogo, che risultano inadempienti nell'invio dei certificati elettorali dei firmatari del referendum sulla depenalizzazione della cannabis. 

Nei giorni scorsi il comitato promotore ha denunciato l'inadempimento di 1400 comuni in Italia che rischia di rendere vana la raccolta di oltre 600mila firme, il cui termine per il depositato è fissato al 30 settembre.

Nel dettaglio, i comuni considerati inadempienti sono: Asti, Baldichieri, Calosso, Cassinasco, Castelnuovo Calcea, Corsione, Cortiglione, Cunico, Frinco, Moncalvo, Montaldo Scarampi, Montemagno, Montiglio Monferrato, Refrancore, Robella, Rocchetta Tanaro, San Paolo Solbrito, Sessame, Tonco, Valfenera.

I comuni, secondo quanto denunciato dai promotori non avrebbero consegnato i certificati elettorali necessari per la validazione delle firme raccolte. L'elenco è riportato sul sito dell'associazione Luca Coscioni, che fa parte dei promotori, i quali hanno avviato uno sciopero della fame e firmato un appello al presidente della Repubblica, oltre a diffidare i 1400 comuni italiani.

Un altro ostacolo alla validazione in tempo delle firme riguarda la decisione di non consentire lo slittamento dei termini per il deposito in Cassazione fissati al 30 settembre. I promotori ricordano che per altri referendum, per via dell'emergenza sanitaria il termine è stato prorogato al 31 ottobre.

"Un'interpretazione capziosa ritiene non applicabile questa previsione a chi, come noi, ha depositato la richiesta in Cassazione nel mese di settembre. La nostra colpa consisterebbe nell'adesione massiccia e straordinaria per la legalizzazione del consumo di cannabis e il paradosso inaccettabile si realizzerebbe dando un mese in più a chi ha avuto a disposizione tre mesi per la raccolta e non a chi ha avuto un solo mese", si legge nella lettera appello rivolta al presidente della Repubblica.

Redazione

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