Cultura e tempo libero - 27 settembre 2021, 17:15

Domenica Calamandrana ricorderà la figura del maestro Giuseppe Garino

Compositore e fisarmonicista, insegnò a lungo musica e incise valzer e ballabili molto apprezzati

Domenica Calamandrana ricorderà la figura del maestro Giuseppe Garino

Domenica pomeriggio, a partire dalle 17.30, il Comune di Calamandrana ricorderà con un pomeriggio tra musica e testimonianze di ex allievi l’importante figura del compositore e fisarmonicista Giuseppe Garino, “Pinein d’Garin”. L’occasione per l’iniziativa è stata data dal dono al Comune, da parte del parroco don Stefano Minetti, della preziosa fisarmonica, compagna di vita del musicista cieco, autore di tante ballate e valzer tuttora suonati nelle feste popolari di tutta Italia. La fisarmonica fu lasciata dal maestro al fratello di don Stefano, don Giannino, apprezzato fisarmonicista oltre che sacerdote, e in questi anni é stata custodita in parrocchia. Ora, sistemata in una vetrinetta, sarà prezioso ornamento del salone della biblioteca.

Appuntamento dunque, domenica 3 ottobre alle 17,30: il sindaco Fabio Isnardi, accoglierà don Stefano (uno dei parroci più longevi dell’Astigiano, con i suoi 98 anni) e insieme a Liliana Gatti ricorderà la figura del maestro Garino.

Il musicista perse la vista da piccolo e pur figlio di una modesta famiglia, si diplomò al Conservatorio di Genova in Composizione, Pianoforte e Organo. Uomo di grande sensibilità, insegnò musica a centinaia di allievi e si esibì in molti concerti, ma non disdegnava, con un gruppo di amici, di animare le feste da ballo nell’Italia del Dopoguerra. Incise valzer e brani ballabili con la “Voce del padrone”, la più celebre casa discografica di quei tempi. Le musiche sono ora custodite all’Istituto per i Beni sonori e audiovisivi di Roma.

All’incontro porteranno i loro ricordi ex allievi, con il contributo del maestro Michele Marenco, docente ai corsi dell’associazione musicale Zoltan Kodaly. Al termine sarà proiettato il filmato dedicato a “Pinein d’Garin”, realizzato alcuni anni fa da Pier Ottavio Daniele, con Eugenio Carena e Luca De Matteis per il “Laboratorio documentario astigiano”.

Redazione

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