Attualità - 13 gennaio 2022, 13:00

Vacanze nell’Astigiano sempre più ispirati da Enzo

Quarto e non certo ultimo invito a scoprire la bellezza dell’Astigiano dal vivo, ispirati dalle bellissime immagini e dall’innamoramento estetico di Enzo Isaia

Grana

Grana

Fino a qualche settimana fa, all’inizio di questa combo di grandi immagini e sentite parole, confidavo di non essere il solo a trovare fosse il massimo girare tra borghi e colline dell’Astigiano, emozionandosi grazie a luce e colori tipicamente invernali. Visti l’interesse e la partecipazione dalle scorse puntate, continuiamo, Enzo ed io, a fornire qualche spunto.

I primi tre suggerimenti d’estetica e mete, proposti qui nei tre giovedì scorsi, sono passati da Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Montemagno, Villa San Secondo, Olmo Gentile, Colcavagno, Viarigi e Calamandrana. Dato che la materia prima nell’Astigiano non manca di certo, ecco altri tre luoghi da visitare nei prossimi giorni.

E allora via, si parte dal Nord Astigiano, si parte da Calliano. Dopo essersi riempiti occhi e cuore delle colline che circondano e caratterizzano il posto, impossibile perdersi, a San Desiderio, uno dei panorami più belli di tutta la provincia e oltre. Una volta fatto il pieno, bello scoprire senza TomTom, basta il naso, la fonte sulfurea della Pirenta, ben nota dall'antichità per le sue virtù curative e depurative. E poi il fascino del borgo, sovrastato dalla parrocchiale settecentesca di Santa Maria, eretta sulla parte più alta del paese, e il lusso di un paio di tele da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, fra cui un’elegante e luminosa Madonna del Rosario, esempio del modello iconografico caro all’autore con il dipinto contornato da quindici tavole lignee.

Basta poi proprio pochissima via per arrivare a Grana, per godersi sane sensazioni dall’ampio sagrato della parrocchiale, a cui si accede attraverso un portale in noce, ottimo punto panoramico e luogo magico di pace e piacere. Il clou del posto è ancora una volta una chiesa. Non me ne voglia mia moglie a cui avevo messo in lista tra le promesse per l’anno nuovo il rarefare i racconti sacri, ma quello c’è ed è pure spettacolare. Spettacolare come la barocca chiesa dell’Assunta, con tanto di Sala dei Reliquiari e Museo di Arredi ed Arte Sacra.

A chiudere il giro dovremo spostarci nettamente a sud fino a Castel Rocchero, occasione per immergersi su strada in tanta altra bellezza e nella sensazione unica di avere a che fare con un contesto territoriale, splendidamente ricco di continue e affascinanti differenze. Affascinanti come l’evidenza di monocoltura della vite che segna profondamente e magnificamente quest’area dell’Astigiano con uno spettacolo ininterrotto di geometrie di filari che si estendono a perdita d'occhio e seguono i morbidi rilievi delle colline creando suggestivi giochi cromatici, che in autunno quasi urlano, ma anche in questa stagione non sono niente male. Interessante il borgo e interessantissima, poco fuori, la sua veramente imponente torre vinaria, una delle ultime tre ancora esistenti in Italia, oltre, ovviamente ai suoi contenuti.

Insomma tanto vedere, annusare e assaggiare, tanto da farsi prendere dalla voglia di continuare.

Davide Palazzetti

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