Domani è l’anniversario di nascita di Vittorio Alfieri. In settimana mi sono permesso di promuovere tre diversi inviti per ritrovare interesse alla sua personalità e alla sua poetica, dando nuovo valore e importanza a un grandissimo astigiano, contemporaneo pur se nato 273 anni fa.
Quando in un posto storia, arte e cultura hanno lasciato così tante testimonianze, come ad Asti, può anche capitare di darne qualcuna per scontata, poco visibile, poco valorizzata. Incredibilmente è accaduto e accade da un po’ perfino al grande Vittorio Alfieri. Il rito del celebrarne il compleanno, da anni, riempe di tante belle parole, a sottolinearne il valore, utilissimo alla notorietà della sua città natale. Spente però le candeline si torna a scordarsene, a non destinare energie e risorse per ricordare che Asti sia la città di Alfieri, e lui uno dei suoi valori distintivi. E allora, mi sono uscite ‘ste tre proposte, da vivere come regali di compleanno, investimenti, non solo culturali, per il futuro. Regali poco materiali, regali che non necessitano di risorse o spese, ma solo di tempo; il nostro tempo. Un’ora o più, dedicata a ricordo e apprezzamento.
Apprezzamento dalla rilettura di qualcosa tra la sua ricca produzione editoriale, riprendendo o prendendo per la prima volta in mano un suo testo, nel caso senza dirlo tanto in giro ché ad Asti tale verginità pare sia vicina al peccato grave. Si potrebbe cominciare con qualche pagina del suo "diario", Vita, per scoprire quanto fosse moderno e sia ancora così vivo e vicino ai nostri pensieri, alle nostre preoccupazioni e aspettative. E poi, non potendo onorarne la tomba salvo farsi una gita fino a Firenze, tutti in Cattedrale dove è ospitata la tomba della madre, al centro della navata di sinistra, sotto l'altare detto dello Sposalizio di Maria Vergine, nome mutuato da quello della spettacolare opera di fine Quattrocento di un altro grande da Asti: Gandolfino. Come terzo regalo la proposta rivolta al corpo docente di Asti e dintorni, delle scuole di ogni ordine e grado, di dedicargli un'ora di insegnamento. Un'ora di fuori programma nei prossimi giorni, sempre non abbiano già colto l’invito di regalare tempo a Vittorio tra ieri e giovedì. Troppo astigiano per non dargli valore tra i più giovani, troppo contemporaneo, tra smanie di libertà e avversioni tiranniche, per non creare interesse, anche in una sola ora, aiutati da un mito, romantico appassionato di eroi e dintorni, di uomini e valori. Colto e intelligente osservatore delle debolezze umane, di vizi e angherie del potere, dell'insensatezza delle guerre. I temi da cogliere sono infiniti e toccano molte altre materie oltre la letteratura: l’amore per la lettura, tanto da lasciare in giro tre biblioteche (sempre si voglia chiamare così quella di Asti), quello per la scoperta, per nuovi luoghi e nuove genti; e poi storia, non solo per le tipicità del suo periodo, ma anche attorno alla vissuta, di striscio, Rivoluzione Francese; e perché no arte, francese e religione, sempre che la materia scolastica si chiami ancora così.
Credo non serva proprio suggerire cosa leggere e commentare, sono insegnanti. Certo che se la scelta cadesse su qualche riga da Vita, La virtù sconosciuta o Della tirannide, il messaggio ai nostri giovani ed anche ai giovanissimi arriverebbe forte e chiaro, di un’incredibile utilità per loro e per tutti.