Cultura e tempo libero - 27 gennaio 2022, 13:00

Vacanze nell’Astigiano seguendo gli ultimi spunti di Enzo

Sesto e ultimo invito invernale a cogliere gli affascinanti spunti fotografici di Enzo Isaia, occasioni bellissime per scoprire dal vivo alcuni borghi dell’Astigiano

Vacanze nell’Astigiano seguendo gli ultimi spunti di Enzo

Ormai è un dato di fatto: girare tra borghi e colline dell’Astigiano è il massimo. Non che avessi qualche dubbio, ma trovare conferma anche invernale, prima dalle immagini di Enzo e a ruota dai molti che ne hanno fatto mete di gita e d’emozioni, gratifica.

Nei precedenti suggerimenti d’estetica e scoperta siamo passati da Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Montemagno, Villa San Secondo, Olmo Gentile, Montiglio, Viarigi, Calamandrana, Calliano, Grana, Castel Rocchero, Casorzo, Castagnole e Fontanile. Alcuni tra i tanti posti bellissimi dell’Astigiano scelti da Enzo e accennati da me. Oggi gli ultimi tre, ultimi non certo perché non ve ne siano altri da godere, ma solo per rimandare ad una nuova serie primaverile.

E allora via, si parte dal Nord Astigiano, si parte da Grazzano Badoglio, piacevole borgo magnificamente caratterizzato dall’antica abbazia, oggi parrocchiale. Abbazia benedettina per diversi secoli a partire da prima del Mille. Della costruzione originaria rimangono la torre campanaria romanica, il porticato della vecchia casa parrocchiale, il chiostro e l'esterno dell’abside ottagonale. Nella chiesa, un mosaico del X secolo, un dipinto dalla grande forza cromatica ed espressiva, opera di Andrea Pozzo, gesuita pittore della seconda metà del Seicento, e una Madonna dal manto rosa di Guglielmo Caccia dall’ambientazione metafisica. E poi, su una delle vecchie pareti abbaziali, da non perdere una lapide funeraria romana del II secolo, tra le più importanti di tutto il Piemonte.

Dieci minuti di via tra morbidi colli ed eccoci a Penango, piccolo borgo dell’Astigiano immerso tra natura e colline tutte da assaporare, in mezzo a paesaggi senza tempo. Sul territorio eminentemente agricolo di Penango a partire dal tardo Medioevo sorsero parecchie cascine e molte esistono tuttora. Cascine che punteggiano con gusto le campagne, tra le più interessanti, dove provare a curiosare, Cascina Barone, Cascina Praie, Cascina Fiammenga, Cascina Mazzetta e Cascina del Sant'Uffizio oggi trasformata in lussuoso albergo.

A concludere il giro dovremo spostarci a sud fino a Canelli, immergendosi, su strada, in tanta bellezza e tante affascinanti differenze. Poco più di quaranta chilometri annoverabili nell’area piacere. Arrivati a Canelli ci aspetta di tutto e di più: il castello Gancia, le cattedrali sotterranee, la ripida e ciottolata Sternia, Via degli Innamorati arricchita da opere di diversi artisti ad accompagnare la salita con l’amore. Cittadina piena di grandiose testimonianze culturali e artistiche come la chiesa di San Rocco, uno dei gioielli barocchi dell’Astigiano, e la bella conferma di quanto fosse prolifico Gian Carlo Aliberti, grande pittore barocco e rococò, nato proprio a Canelli, nel 1670. Non perdetevi i suoi dipinti: La morte di San Giuseppe, L'Immacolata Concezione, ambedue nella parrocchiale di San Tommaso, La Madonna del rosario, La Pentecoste, L'Epifania, San Rocco tra gli appestati e San Giacomo, capolavori, tutti nella chiesa di San Leonardo quasi a comporre una personale. E infine, poco fuori, la Torre dei Contini. Emozionante nell’essere isolata in mezzo alle vigne, in cima ad un collinare dai panorami incredibili. Tangibile legame tra città e territorio. Bellissima, bellissimo.

Davide Palazzetti

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