Cultura e tempo libero - 28 gennaio 2022, 16:01

Nizza Monferrato: in scena al Foro Boario il monologo “Guido suonava il violino”

Monologo di impegno civile liberamente tratto da un racconto della ricercatrice Israt Nicoletta Fasano

Alcuni momenti dello spettacolo

Alcuni momenti dello spettacolo

Venerdì sera, alle 21, il Foro Boario di Nizza Monferrato ospiterà una nuova rappresentazione di “Giudo suonava il violino”, spettacolo liberamente tratto dal racconto “Un violino” di Nicoletta Fasano e realizzato dalla Casa degli Alfieri in collaborazione con l’ISRAT - Istituto per La Storia della Resistenza della Provincia di Asti.

Un monologo teatrale tutto al femminile, scritto e diretto da Patrizia Camatel e con protagonista l’attrice Elena Formantici, che si dipana come un racconto giallo e assume le misteriose atmosfere di un thriller a carattere storico.

“L’idea mi è venuta durante una Giornata della Cultura ebraica – spiega la Fasano – quando una donna si presentò alla sinagoga di Asti con un vecchio violino dicendo che era appartenuto ad un bambino scomparso da Asti, di cui non si sapeva nulla. Tenendo quel piccolo violino in mano capii che era giusto assegnargli un padrone e fu allora che pensai a Guido Foà. Guido Foà, di otto anni, è stato il più piccolo deportato ebreo astigiano. Salito sullo stesso convoglio di Primo Levi, fu uno di quei bambini caricati, all’arrivo ad Auschwitz, su un camion diretto alla camera a gas, poiché non utili al lavoro."


LA TRAMA DELLO SPETTACOLO

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio.

Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata ad Asti al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione.

Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare.

Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda?

Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduta: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.

 

La rappresentazione nicese, organizzata dall’ ISRAT e realizzato con in collaborazione con il Comune di Nizza Monferrato, l’Associazione Memoria Viva e con Casa della Memoria di Vinchio, sarà ad ingresso gratuito, con prenotazioni facoltative sul sito allive.it

Redazione

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