I venti di guerra al confine russo, visti in televisione, non hanno lo stesso significato per chi, in Ucraina, ha vissuto e conserva ancora amici, ricordi e famiglia. E che ora una famiglia l'ha formata alle porte di Torino, dove è venuta a vivere per lavoro, diventando anche mamma di un bimbo di pochi anni. È la storia di Anna (nome di fantasia), trentenne, che ogni giorno ascolta le notizie che arrivano dalla sua terra. Per televisione, ma anche con racconti di prima mano.
Anna, come si vive da una distanza come quella di Torino la situazione in Ucraina?
"Il sentimento che prevale è l'ansia. Sai di avere i parenti, gli amici, i genitori lì: pensi che potrebbero bombardare la terra nella quale sei cresciuta e che tutti i tuoi affetti sono in pericolo di vita. In parte ho già vissuto una situazione simile, visto che i miei zii vivevano nel Donbass e sono dovuti scappare perdendo tutto: mi terrorizza pensare di poter rivivere una situazione simile".
Quali sono in particolare gli elementi di preoccupazione, in un momento così, per chi vive lontano, ma ha cuore, amici e parenti in quelle zone?
"Ho provato a far venire in Italia i miei genitori, è stata la prima cosa che abbiamo tentato. Ma loro non hanno voluto lasciare la loro terra, il lavoro. Mi preoccupa molto il fatto che provengo da un territorio confinante con la Russia: in caso di attacco sarebbe una delle prime città a incontrare l'avanzata".
Quali sono le cose che vengono raccontate dai media nazionali e che, invece, attraverso i racconti di altri canali, appaiono in maniera diversa?
"I miei genitori e i miei amici continuano a dire che la guerra non ci sarà, anche se non hanno tantissima voglia di parlarne, e li capisco. Mio padre lavora per una filiale ucraina di un'azienda russa: i vertici sostengono che non ci sia pericolo".
Come si può sperare "razionalmente" che possa trovare una conclusione, questa vicenda?
"La mia speranza naturalmente è che si possa trovare la soluzione attraverso il dialogo. Non posso pensare che ci sia un'invasione, non voglio pensarlo. Le nuove generazioni vogliono far parte dell'Europa, non della Russia: però l'Ucraina è troppo importante e il processo deve essere graduale, soprattutto con Putin".