Dopo il confronto sulla ‘Asti che vorremmo’ avuto con il rappresentante della comunità senegalese (CLICCA QUI per rileggere l’articolo), abbiamo affrontato le medesime tematiche con Artan Sadikaj, immigrato albanese giunto in Italia nel 1991 e tra i fondatori dell’associazione “AssoAlbania Piemonte” che da anni si impegna per far conoscere e valorizzare storia, tradizioni e cultura del ‘Paese delle Aquile’.
“Sono sbarcato a Brindisi nel marzo del 1991 insieme alla mia famiglia, fuggivamo dalla povertà e dalla dittatura comunista, io avevo 17 anni. Dopo pochi mesi siamo arrivati qui ad Asti e non mi sono più spostato. Non c’erano le condizioni per studiare, quindi ho accettato il primo lavoro che mi è capitato, seguendo mio padre che lavorava nell’edilizia”.
LA PIU' GRANDE COMUNITA' STRANIERA DELL'ASTIGIANO
Ambito nel quale ha proseguito ad operare, riuscendo qualche anno dopo ad aprire una sua impresa e, appunto, a contribuire con altri soci alla nascita dell’associazione cui fanno riferimento molti dei circa 7.000 immigrati albanesi residenti nell’Astigiano, grossomodo 3.500 dei quali stanziali nel capoluogo di provincia.
“Guardando ai numeri siamo la prima comunità straniera in provincia – ci ha spiegato –, ma è tutto relativo perché molti hanno preso la cittadinanza italiana. Comunque, pur senza dimenticare le nostre origini e tradizioni ci sentiamo, ed è ciò che cerchiamo di insegnare anche ai nostri figli, dei cittadini del continente europeo”.
LA FORZA DI VOLONTA' 'CHIAVE' PER EMERGERE
“Certo, i primi tempi in Italia ho dovuto affrontare qualche difficoltà, anche legata al fatto che i tempi per i permessi di soggiorni erano e sono molto lunghi, ma la storia ci ha insegnato che la paura di ‘arriva questo e mi ruba il lavoro’ è ricorrente e ciclica, quindi non ci ho dato troppo peso quando ero io l’immigrato appena arrivato e non lo faccio ora di fronte a chi arriva qui adesso, indipendentemente dalla sua provenienza. La ricetta è una sola: studiare, lavorare seriamente, far valere le proprie capacità. Me lo ha insegnato anche la collaborazione con la ‘Fondazione Goria’ (fondazione, con cui Assoalbania ha ripetutamente collaborato in passato, intitolata al prematuramente scomparso politico astigiano, ndr.), che ci ha presi ad esempio di buona integrazione”.
LA STIMA PER MARIANGELA COTTO
In quanto al rapporto con gli esponenti politici succedutisi negli anni nel Palazzo Municipale, Artan non ha particolari rimostranze: “Non abbiamo mai avuto particolari problemi con nessuna giunta, sono sempre stati tutti molto disponibili nei nostri confronti, quindi non posso dirne male. Voglio però sottolineare la mia grande stima per Mariangela Cotto: ho visto con i miei occhi che ha fatto molto per le donne, per i più deboli, per i migranti. Sul fronte sociale era sempre presente, sempre pronta quando c’era bisogno”.
NELLE URNE CONTANO LE IDEE, NON LA PROVENIENZA
In ottica di prossime elezioni amministrative, però, ha le idee ben chiare: “Credo il sindaco Rasero meriti un secondo mandato: ha governato la città in anni molto difficili, caratterizzati dalla pandemia, non poteva proprio fare di più di quel che ha fatto. Però non so ancora a quale candidato darò il mio voto, perché non mi interessa sapere se è un mio connazionale albanese, italiano, marocchino o senegalese. Quel che conta è appoggiare chi penso possa fare il bene della comunità astigiana, di cui mi sento di far parte pienamente”.