Attualità - 03 aprile 2022, 12:58

Anche per la comunità islamica astigiana è iniziato il ramadam, mese di digiuno dall'alba al tramonto

Ad Asti vi sono tre moschee, frequentate da 500-600 persone. "Ma i fedeli - ha sottolineato il vicepresidente della Comunità Islamica - sono molti di più"

La fotografia postata ieri dal sindaco Rasero. La scritta in arabo significa "Buon Ramadam"

La fotografia postata ieri dal sindaco Rasero. La scritta in arabo significa "Buon Ramadam"

Anche per la comunità islamica residente nell’Astigiano ieri ha preso il via il Ramadam, ovvero il mese in cui i fedeli sono tenuti a praticare il digiuno (‘Sawm’) dall’alba al tramonto, in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Mamometto.

Ricorrenza considerata uno dei cinque pilastri dell’Islam, cui sono tenuti ad attenersi tutti i musulmani adulti, con specifiche eccezioni relative le persone in età avanzata, le donne in stato di gravidanza o allattamento, i diabetici e i malati terminali e naturalmente quanti, pur professando religione islamica, non se la sentono di affrontare il periodo di limitazioni.

Consistenti, lo ricordiamo, nell’astenersi dal mangiare e bere dall’alba al tramonto, oltre che dall’astenersi dalle pratiche sessuali, dal fumo e dai “peccati di parola”. Si è inoltre tenuti a dover recitare preghiere e compiere azioni di beneficenza.

“In realtà il periodo di digiuno è indicato in tutti i libri ‘fatti da Dio’ cui credono le varie religioni – ha affermato Abdelmajio Arabi, vicepresidente della Comunità Islamica di Asti – ma con il passare del tempo alcune religioni hanno ‘dimenticato’ questo precetto, che noi invece manteniamo saldamente. Anche perché, oltre a essere previsto dalla nostra fede, un periodo di pausa e riflessione fa molto bene anche alla mente e al corpo”.

“In provincia di Asti – ha aggiunto ci sono tre moschee, tutte qui in città: una in zona industriale, una in corso Casale e una in piazza Roma, frequentate indicativamente da 500-600 persone. Anche se, contando i molti che pregano a casa, i fedeli che vivono in questo territorio sono molti di più”.

“Il ramadam – ha concluso – non comporta particolari disagi per quanto riguarda il lavoro e anche come comunità in generale ci sentiamo bene accolti qui ad Asti. Abbiamo anche un buon rapporto con l’Amministrazione, infatti il sindaco è venuto alcune volte a farci visita in moschea”.

Come, del resto, rimarcato dallo stesso Maurizio Rasero che, ieri, ha postato sui suoi profili social un post, accompagnato da una foto scattata durante una delle visite, per augurare un buon ramadam alla comunità islamica.

Gabriele Massaro

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