Son passati 5 anni per mettere in piedi il Piano Industriale di Asp, una girandola di Presidenti. Alcuni si sono dimessi dicendo che il Comune contava poco rispetto al socio privato.
"Ca va sans dire", in questi giorni ci arriva in Consiglio un piano industriale che abdica totalmente il Ruolo del Comune.
Non solo è arrivato un pacchetto preconfezionato, ma se si legge il nuovo piano industriale, non c'è molto di politiche future dell'azienda, se non un affidarsi al Know How di Iren.
La nostra non è una posizione ideologica, ma cosa vuole essere Asp da qui al 2027, data fissata con presa d'atto del Consiglio pochi giorni fa e votata dalla maggioranza, cosa ne sarà dell'ex municipalizzata?
I settori principali, quelli della gara a doppio oggetto del 2001, storici di Asp sono i trasporti, l'igiene urbana e l'idrico.
Sull'igiene ambientale, salvo un riferimento al poter estendere il servizio in Provincia, che ne è stato in questi 5 anni della capacità di Asp di concorrere sui bandi degli ambiti territoriali, ma non è certo ASP nelle sue capacità tecniche a essere in discussione, ma chi ha fissato l'indirizzo politico: il Comune.
Si fa un riferimento all'efficienza, immaginiamo si tratti della raccolta verticale, che è un peggioramento ambientale e viene messa in discussione pure nel Capoluogo di Regione.
Curiosamente si parla di aumento della raccolta differenziata, ma nulla si dice sulla qualità, in quanto tale sistema non permette una qualità ottimale rispetto al porta a porta, conferimenti di scarsa qualità ricadranno economicamente proprio sul Comune di Asti. Questo settore ammonta al 26 % del margine operativo lordo (MOL).
Vi è poi il sistema dei Trasporti e Mobilità, sosta a pagamento, Movicentro.
Anche qui assistiamo a 5 anni di stallo, il cuore dell'azione di Asp è il Comune di Asti, che prima ha annunciato una rivoluzione sulla mobilità cittadina, poi ha presentato un programma di Trasporto pubblico locale al quanto discutibile nelle commissioni, non approvandolo mai, si parlava di tagli ai trasporti nelle frazioni e ad un girotondo intorno alle mura. Idea che poco aveva a che fare con una transizione ecologica sulla mobilità.
Di certo non si è andati verso il rilancio del Trasporto pubblico locale, ora le linee guida parlano di rilancio, ma la città che doveva guidare politiche in tal senso è rimasta 5 anni in stallo.
Veniamo all'Idrico, la ciccia, il 55% del business di Asp. Tutti sanno che Egato 5 dovrà avere un solo gestore nel 2030, eppure buio più totale sulle politiche relative all'ambito di Asp e ancora buio più totale sulla visione del Comune.
Stiamo parlando di 5 anni di governo, tre presidenze, nessun confronto con la minoranza, ma in questi 5 anni Asp non ha avuto di certo un trend di rilancio, dalle linee guida si intravede qualcosa, ma si rischia che siano solo annunci, si inseguono politiche errate sui rifiuti, anziché esportare il modello di raccolta e renderlo puntuale porta a porta come in molte città vicine.
Non c'è strategia su idrico.
Intanto la maggioranza in Consiglio Comunale ha fissato il 2027 come data di scadenza per gli affidamenti dei servizi e durata del socio privato in Asp, chiaro che in quella data faremo i conti di cosa ASP sarà, le linee guida fissate nel pacchetto che ci arriva in Consiglio, ci preoccupano, perché quanto sarà valutata l'azienda a fronte di scadenze come quella sull'idrico, o come sarà lo sviluppo dell'azienda sui vari settori.
Il rischio che altri 5 anni, a cincischiare, mettano a dura prova la tenuta, che si arrivi nel 2027 ad avere un danno per le casse del Comune c'è, lo abbiamo detto più volte in Consiglio, ma questo Consiglio è stato esautorato dal dare indirizzi, dall'emendare le pratiche con emendamenti migliorativi.
Il 5+5 invocato da Rasero per il suo incarico da Sindaco, non ci fa ben sperare. Perché i primi 5 anni non hanno avuto sviluppo aziendale su Asp e ciò che leggiamo nelle linee guida non fa ben sperare.
Mario Malandrone - Ambiente Asti