Attualità - 21 aprile 2022, 13:47

Il turismo delle colline Unesco cambia timoniere: Luigi Barbero all’addio dopo dodici anni alla guida dell’Atl [INTERVISTA]

L’assemblea convocata per il 28 aprile vedrà i 156 soci dell’ente chiamati a designare il suo successore dopo quattro mandati trascorsi tra il riconoscimento di Doha e la riuscita fusione con l’Astigiano

Luigi Barbero, presidente uscente dell'Atl Langhe Monferrato Roero (Ph. Vincenzo Nicolello)

Luigi Barbero, presidente uscente dell'Atl Langhe Monferrato Roero (Ph. Vincenzo Nicolello)

Un totale di 1.450 strutture ricettive, 13mila camere per oltre 20mila posti-letto, che secondo i numeri pre pandemia valevano al territorio 400mila arrivi da quasi 80 provenienze e presenze che nel 2021 hanno superato il milione. Al loro fianco oltre mille ristoranti, con una concentrazione di locali stellati e realtà di altissimo livello che non trova facilmente pari nel nostro Paese. Sono alcuni numeri del turismo sulle colline di Langhe, Roero e Monferrato, l’espressione di un fenomeno protagonista di una crescita rilevantissima nell’ultimo ventennio. Uno sviluppo ulteriormente accelerato dal riconoscimento di Doha del 2014, quando le colline che vanno dalla Langa del Barolo a Vignale Monferrato, passando per Canelli e il Nicese, sono entrati nella Heritage List dell'Unesco

A governare le politiche di crescita di un comparto il cui fatturato si può facilmente stimare sopra i 100 milioni di euro annui di soli pernottamenti è l’Atl Langhe Monferrato Roero, realtà che si appresta a un avvicendamento in qualche modo epocale, dopo i quattro mandati e i dodici anni al timone del braidese Luigi Barbero. Il cambio al vertice è quello atteso all’indomani del prossimo giovedì 28 aprile, quando i 156 soci dell’ente (tra questi la Regione Piemonte, diverse unione di comuni e una vasta platea di soci privati) saranno chiamati a confermare o smentire le voci che da tempo indicano nella figura nell’ex deputato Mariano Rabino il possibile futuro presidente dell’ente.  


Presidente Barbero, che somme può tirare al termine di questa lunga esperienza.
"Direi un bilancio estremamente positivo. In quest’ultimo mandato, come anche in quelli precedenti, il fronte del turismo ha visto questo territorio farsi artefice di una collaborazione fortissima. Tutti gli enti e le istituzioni che fanno parte dell’Atl hanno dimostrato grande fiducia e fortissima condivisione negli obiettivi che l’ente si è posto, e un altrettanto importante supporto pratico alle sue attività. I Comuni sono stati parte attiva in questo lavoro mettendoci a disposizione risorse che hanno permesso di svolgere un’efficace azione di promozione sia livello nazionale nazionale e internazionale".

Un esempio?
"Uno dei passaggi fondamentali, già diversi anni addietro, è avvenuto con l’introduzione della tassa di soggiorno. Unico territorio in Italia, i comuni soci hanno stretto un patto che ha previsto la rinuncia alla metà di quel gettito, messo a disposizione dell’Atl per rafforzare la promozione internazionale. Parliamo di risorse per mezzo milione di euro all’anno, su un bilancio da 2.5 milioni, destinato ancora a crescere con l’incorporazione del Monferrato. Si tratta di un segno molto importante da parte di amministrazioni che hanno visto nell’Atl uno strumento decisivo per la promozione e la crescita di un intero territorio".

Poi c’è stato l’allargamento a est.
"Un altro passaggio del quale andare fieri, il più importante, ritengo. L’accorpamento del Monferrato deciso nell’agosto 2019 ha consentito all’Atl una crescita sulla base di un’omogeneità territoriale, fondata sull’area Unesco, portando al contempo un rafforzamento della struttura in termini di risorse umane e di dotazione finanziaria, insieme all’ingresso nella sua platea di soci di oltre cento comuni dell’area astigiana. E’ stato un passaggio storico, oserei dire. Il frutto di una visione che è difficile trovare altrove. E questo sia da parte albese e braidese, nella volontà di accogliere ed affiancarci a un’area che fa parte addirittura di un’altra provincia, sia da parte del territorio astigiano, che ha saputo dimostrare altrettanta lungimiranza mettendo da parte ogni possibile particolarismo".

Con quali risultati concreti?
"Una costante di questi anni è stata una crescita anno dopo anno di arrivi e presenze nazionali e internazionali. Con una peculiarità: abbiamo due terzi di turisti stranieri, l’inverso della media regionale e nazionale. Intanto, a quella storicamente rappresentata dall’autunno, siamo riusciti ad affiancare una seconda alta stagione, che è quella estiva. E modalità di fruizione turistica del territorio che non sono più solamente collegate alla nostra celebrata gastronomia, ma allargate all’outdoor, alle visite in cantina, alle ciclovie e all’escursionismo. A un’immagine di luogo del buon vivere che siamo stati capaci di trasmettere con efficacia. Grazie a questo lavoro, portato avanti da un intero comparto, oggi possiamo dire di avere due alte stagioni in estate e autunno, ma ormai da aprile a fine dicembre le nostre strutture ricettive possono vantare un tasso di occupazione molto elevato".

Poi c’è la ristorazione.
"Certamente. E qui non parliamo solamente di 'stellati', che pure abbiamo la fortuna di avere con una concentrazione che ha pochi eguali, ma di centinaia di ristoranti, trattorie e osterie che hanno una grande capacità di proporre una ristorazione di alto livello con prezzi competitivi. Oggi sono oltre mille, guardando all’intero territorio, che quotidianamente si fanno interpreti con competenza e ottimi risultati nel portare avanti la nostra grande tradizione culinaria".

Colline Unesco meglio della Borgogna?
"E’ quanto dice un articolato studio che ha classificato con criteri oggettivi l’appeal di diverse importanti destinazioni monitorando il gradimento delle stesse sui social media. Su questi canali abbiamo raggiunto valutazioni superiori non soltanto alla Borgogna, ma ad altre affermate destinazioni del vino come Franciacorta, Brunello e Chianti".

Come valutare la ripresa dalla pandemia?
"In modo molto positivo, direi. Nel 2021 abbiamo registrato una ripartenza fortissima, al di là di ogni più rosea aspettativa. In sei mesi abbiamo raggiunto il 90% dei numeri del 2019, facendo molto meglio della media nazionale e regionale. Peraltro la pandemia non ha portato a una diminuzione delle strutture, il saldo nonostante il periodo fortemente negativo è stato addirittura in attivo".

E per il futuro?
"C’è da sperare innanzitutto che le ombre all’orizzonte si dissolvano, dalla pandemia ai conflitti. Ma diciamo che la prospettiva è quella di un trend volto alla crescita. Non soltanto numerica, perché questo non è mai stato tra i primi obiettivi, ma una sempre maggiore capacità del nostro sistema di intercettare quel turismo alto spendente che ha grande attenzione verso i valori, le eccellenze e i tesori della nostra terra, sui quali abbiamo saputo costruire un’immagine di altissimo livello".

Un’occasione persa?
"Direi che abbiamo cercato di cogliere tutte le opportunità che si sono prospettate all’orizzonte, cercando di sfruttarle nel migliore dei modi. Una delle ultime è la Global Conference on Wine Tourism del settembre prossimo, una nuova grande occasione di visibilità per il nostro territorio".

Lascia in buone mani?
"Per me finisce un’importante esperienza, dopo dodici anni da presidente dell’ente e altrettanti vissuti ai suoi vertici prima di questo incarico. Ma l’Atl certamente proseguirà la propria opera lavorando al meglio per il bene del territorio. Chiunque arriverà dopo di me avrà la possibilità di continuare questo positivo lavoro, insieme a uno staff che ottima prova di sé ha dato in questi anni".

Ezio Massucco (La voce di Alba)

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