Le orchidee spontanee essenze che indicano una buona qualità dell’ambiente naturale. Il fatto di trovarne un po’ ovunque in giro per l’Astigiano è sicuramente un ottimo segnale. Non sono solo piante che aprono il cuore per la loro bellezza, ma anche grandi esempi della magnifica creatività di madre natura.
I loro semi sono numerosissimi, ma molto piccoli e per germinare e crescere devono entrare in simbiosi con un fungo, processo spesso lungo, anche anni, a che si arrivi all’infiorescenza. In questi giorni si iniziano a scoprire tra i filari così come nelle vallette umide a ridosso di gerbidi e boscaglie.
Nel mio continuo e piacevolissimo scorrazzare da nord a sud del nostro bellissimo territorio ne ho incontrate da San Grato di Sessant, a ridosso del capoluogo, fino a Canelli attorno alla torre dei Contini, per non parlare del quasi usuale imbattersene nei Parchi e nelle Riserve territoriali che abbiamo la fortuna d’avere a due passi da casa.
Due però sono i posti che suggerisco caldamente di considerare per averne esperienza importante, per qualità e quantità. Loazzolo, nell’estremo sud provinciale e Berzano di San Pietro, all’esatto opposto e a due passi dalla grande bellezza della Canonica di Vezzolano.
A Loazzolo, nella e negli immediati dintorni della Riserva Naturale Wwf, nata attorno al bosco detto della Luja, sono state censite decine di specie d’orchidee spontanee, di cui alcune vere rarità botaniche. Orchide maggiore, orchide cimicina, cefalantera rossa e vari tipi di ofride sono qui molto diffuse, ed è piuttosto facile vederle nel bosco e nei prati.
Tra tutte la più strana è sicuramente il barbone adriatico (Himantoglossum adriaticum) e la più rara l’elleborine minore (Epipactis microphylla), assai poco appariscente e difficile da individuare. Doveste passarci non perdetevi poi qualcosa di quasi altrettanto raro ed emozionante come un bel bicchiere, tanto per cominciare, di Loazzolo passito, piccola doc vinificata e imbottigliata, caso unico in Italia, in un solo comune. su una superficie inferiore a cinque ettari, con resa limitatissima.
Altro posto, altro regalo: Berzano di San Pietro e il suo Bosco delle Orchidee, rigogliosa area comunale, recentemente recuperata, nei dintorni della zona umida di Cascina Fiore. Una valletta attraversata dall'alveo del Rio Ussello, considerata una delle ultime zone umide delle nostre colline, che rappresenta un ecosistema di notevolissimo interesse botanico per la presenza di diverse specie di flora a protezione totale, tra cui l’orchidea Orchis incarnata.
Il borgo poi, circondato da vigneti e boschi maestosi, in un'area dove la natura la fa ancora da padrona, vale proprio la gita. Nel medioevo si schierava ben due castelli, di cui passerei a vederne i resti in paese e quelli di Castelvaio in Frazione Valle Gervasio. Da qui passavano un tempo i pellegrini diretti al Sacro Monte di Crea, sull'antica strada del Castlas, e sono innumerevoli le tracce di questo percorso religioso con chiese, pievi e cappelle; belle, anche per la posizione, quelle di San Grato, la chiesa di San Giovanni Battista dall'abside romanico e l'antichissima chiesa campestre dedicata a San Pietro, che diede nome al paese.
Quest'ultima non me la perderei proprio, anche per l'affascinante belvedere, arricchito da un' area picnic in cima al colle.