Già sindaco di Asti dal 1988 al 2002 e successivamente parlamentare europeo nelle file di Forza Italia – partito in cui ha militato negli anni in cui vi aderirono intellettuali di cristallina caratura quali Giuliano Urbani e Antonio Martino –, l’avvocato Luigi Florio è, tanto per storia personale quanto politica, una perfetta incarnazione delle idee moderate e liberali.
Non stupisce, pertanto, che sia stato scelto proprio lui – lontano dalla politica attiva dal 2007, ma comunque sempre molto presente nella vita astigiana in veste di presidente sia della sezione provinciale dell’associazione Italia-Israele che dell'associazione Europa Duemila – per il delicato ruolo di commissario provinciale di Azione, partito fondato da Calenda al quale ha recentemente aderito.
Un ‘traghettatore’ di prestigio, scelto dopo le dimissioni dell’ex segretario provinciale Fausto Fogliati, che aveva lasciato la guida della sezione provinciale a seguito del risultato, obiettivamente al di sotto delle aspettative e comunque non in linea con i buoni riscontri nazionali ottenuti da Azione, conseguito alle recenti Amministrative.
A poche settimane dall’insediamento nel ruolo, Florio si è trovato a dover gestire le fasi antecedenti la vera e propria campagna elettorale per le Politiche del 25 settembre, rese particolarmente effervescenti, in ambito nazionale, dalle decisioni del leader Carlo Calenda. L’avvocato Florio ci ha cortesemente concesso un po’ del suo tempo per discutere di politica, tra passato, presente e futuro.
Avvocato, partiamo inevitabilmente dai suoi trascorsi. Lei ha militato a lungo in Forza Italia, che ne pensa dell’evoluzione del partito e, più in generale, del centro-destra?
Per quanto mi riguarda, non nascondo che il centro-destra di oggi è completamente diverso rispetto il periodo in cui io ho militato in Forza Italia. Allora c’era un centro che voleva essere liberal democratico, c’era una Lega che si definiva partito dei ceti produttivi del nord e voleva ‘parlare’ a un certo elettorato di sinistra e c’era una Alleanza Nazionale che aveva apertamente rinnegato il ventennio fascista.
Oggi invece vedo un centro ridotto al lumicino, una Lega dichiaratamente di destra e populista che non rinnega un rapporto privilegiato con Putin e la destra rappresentata da Fratelli d’Italia che sembra aver rinnegato la svolta finiana di Fiuggi guardando anche a riferimenti internazionali illiberali come Orban, la Le Pen e gli spagnoli di Vox. Sinceramente, se anche allora il panorama del centro-destra fosse stato questo, non ci sarei mai entrato e vedo che negli anni in tanti hanno lasciato Forza Italia non riconoscendosi più nell’orientamento adottato.
Io chiaramente non mi permetto di giudicare, ma ritengo Berlusconi abbia scelto di ancorarsi a un centro-destra che non è più quello che lui aveva coalizzato con la sua ‘discesa in campo’. Sicuramente avrà le sue buone ragioni, ma allo stesso modo io, che ne sono uscito nel 2007, ho le mie per non riconoscermici più. Trovo molte più affinità con il pensiero politico di Azione, in cui sono entrato da qualche mese su invito di Enrico Costa, figlio del mio amico Raffaele (esponente di spicco del Partito Liberale e ministro della Salute, ndr.).
Al netto delle considerazioni critiche, mi permetto di farle notare che in Fratelli d’Italia si riconoscono anche figure come il cuneese Guido Crosetto: anche con lui nessuna affinità?
Ad inizio 2000, Crosetto era stato coordinatore regionale di Forza Italia, poi la lasciato per seguire altri percorsi e contribuire alla fondazione di Fratelli d’Italia. Sicuramente ha un modo di esprimere le proprie idee molto diverso da quello che sento usare abitualmente da altri esponenti del partito della Meloni e ne prendo atto con estremo piacere.
Di contro, però, non posso non constatate che la leader del partito, non più di 15 giorni fa, ha tenuto di fronte all’assemblea di Vox un discorso a dir poco agghiacciante per chi, come me, si riconosce nei principi dello stato di diritto e della democrazia. Non posso non tenere conto che, da una parola in su, piovono critiche all’Unione Europea e elogi a soggetti illiberali come Orban e la Le Pen. Quindi, mi chiedo, che Europa vogliono?
Passiamo all’oggi, ovvero alle trattative elettorali in vista della chiamata alle urne. Calenda poche ore fa ha ‘sparigliato le carte’, si riaffaccia l’ipotesi di un accordo con Italia Viva?
Indubbiamente è probabile che la base di Azione desideri che si raggiunga un’intesa che coinvolga anche Renzi e Italia Viva. Non possiamo negare che vi siano punti di convergenza ideologica ben più ampi rispetto a quelli con il Partito Democratico. Presumo che determinati antagonismi personali che possono riguardare Renzi-Calenda e Renzi-Letta abbia ostacolato questa convergenza, ma mi auguro possano esserci ripensamenti perché, come dicevo, non vedo sostanziali differenze di vedute e idee tra noi e Italia Viva.
Nell’elettorato di Forza Italia serpeggia malumore per il modo in cui è stata ‘staccata la spina’ al governo Draghi. Ritiene che questa situazione possa portare vantaggi,in chiave di voti, ad Azione?
Non possiamo nascondere che, già prima degli ultimi fatti, diversi deputati di Forza Italia hanno lasciato il partito, riconoscendo che principi per cui sono stati eletti sono oggi riscontrabili in Azione. Mi pare quindi naturale che il voto moderato e liberal-democratico possa premiare Azione e penso che questo debba succedere perché chi vota al centro non può sentirsi rappresentato da una Forza Italia ormai trainata da una destra estrema.
Per quanto nel centro-destra militino soggetti che, come il già citato Crosetto o il governatore del Veneto Luca Zaia, fanno ragionamenti condivisibili, non si può prescindere dai rispettivi leader e dalla loro vicinanza con chiari riferimenti internazionali dell’anti-europeismo. Leader che, fino a qualche anno fa, predicavano anche l’uscita dell’Italia dall’Euro, ipotesi che comporterebbe una svalutazione immediata di almeno il 50% della nostra nuova moneta, con impoverimento generale di tutto il Paese. Sono tematiche importantissime, che credo tutti dovrebbero approfondire prima di recarsi alle urne.
Tirando le somme, quindi, che risultato si attende per Azione?
Le nostre aspettative sono ovviamente animate anche dal desiderio di far bene, ma al netto di questo ricordiamoci che la ‘partita’ delle Politiche è sempre piuttosto diversa da quella delle Amministrative, specie per partiti di recente nascita che hanno ancora un radicamento limitato sul territorio. A mio parere, queste elezioni dovrebbero fornire un risultato positivo per Azione, proprio in considerazione di ciò che rappresentiamo nel panorama politico nazionale a fronte di quello che a me pare un sostanziale svuotamento di Forza Italia. Certo, non nascondo che l’accordo fatto alcuni giorni fa con il PD abbia generato remore nel nostro potenziale elettorato, ma è stato motivato dalla volontà di privilegiare un dialogo con una forza politica che, così come Azione, ha sostenuto fino all’ultimo il governo di Mario Draghi. Premier che una maggioranza di italiani è concorde nel ritenere abbia fatto molto bene sul piano del contrasto alla pandemia e su quello economico.
Gli elettori Astigiani troveranno sulle schede nomi ‘locali’ tra i candidati di Azione?
Ho inviato al direttivo nazionale i nomi di persone che hanno dato la loro disponibilità a candidarsi, ma ovviamente non posso comunicarli ora poiché non sappiamo ancora quali saranno le effettive candidature, visto che i collegi elettorali sono molto ampi e i candidati dovranno rappresentare nel migliore dei modi i vari territori.