La filosofia e le sue voci - 03 settembre 2022, 09:30

Ci vorrebbe un amico

Nuovo appuntamento con le riflessioni di Simone Vaccaro, per la rubrica "La filosofia e le sue voci"

Ci vorrebbe un amico

[L]e altre civiltà avevano i Saggi, ma i Greci introducono gli "amici", che non sono soltanto dei saggi più modesti

Deleuze & Guattari, Che cos'è la filosofia?

E cosa hanno in più gli amici che i Saggi di questo mondo - o di quell'altro o di qualunque altro - non hanno? Il Saggio non è solo colui che sa, ma colui che ha vissuto, che fornisce consigli, che guida dall'alto della sua sapienza ed esperienza. Il Saggio è inarrivabile, è un modello: ha il privilegio della normatività (può permettersi di dire cosa si dovrebbe fare), dell'autorevolezza e il peso dell'autorità. Il Saggio pesa le parole, legge quel libro meraviglioso che è il mondo, lo capisce e lo comprende. Educa. È in contatto con la divinità, ne ascolta la voce, ne traduce i sussurri. Il Saggio è civilizzatore, ma è distante dalla civiltà che contribuisce a creare; è lontano, separato e per questo sacro, auratico. Incute timore reverenziale, rispetto: bisogna elevarsi, rendersi degni per poter essere al suo cospetto.

Ma cosa ha in più di tutto ciò l'amico?

La filosofia, così sostengono Gilles Deleuze (1925-1995) e Félix Guattari (1930-1992), è creatrice di concetti vivi, che divengono tali perché assumono carne e ossa. I concetti non sono mai realtà concrete divenute astratte, ma astrattezze diventate concrete: il Saggio è un paradigma, una immagine; l'amico è una istanza. L'amico è panorama concettuale della filosofia, suo motore d'avviamento e sua condizione di possibilità. È una personaggio concettuale (Deleuze e Guattari), tridimensionale e agente. Secondo gli autori, la filosofia ha inventato l'amico, però non lo ha creato dal nulla. Lo ha scovato nelle pieghe di quelle attività definite filosofiche: discussioni, scontri tra visioni del mondo differenti, agonismo argomentativo…

L'amico è un dispositivo della ragione e ciò che rende possibile l'esplicarsi della ragione stessa. Molto più che il Saggio, l'amico è sprone alla ricerca, non fornendo soluzioni definitive ai problemi. Molto più che il Saggio, l'amico suscita quella rispettosa invidia grazie alla quale si riesce ad avere maggior coscienza di sé. Molto più che il Saggio, l'amico è conviviale e comunitario. Civilizza civilizzandosi, istruisce istruendosi. Molto più che il Saggio, l'amico richiede un processo di graduale adeguamento: richiede di essere degni per essere amico. Ma è una dignità reciproca, un rendersi degni vicendevole: l'amico è la forma razionale del noi. Molto più che il Saggio, l'amico è la risposta, che non ha, alla mia domanda, essendo io la risposta, che non ho, alla sua.

Deleuze e Guattari erano amici. E Per questo scrissero, discussero e dialogarono: erano filosofi. Ci vorrebbe un amico per iniziare a fare filosofia…

Simone Vaccaro

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU