Attualità - 15 ottobre 2022, 18:47

"Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare" per incontrare Vittorio Alfieri

Il 21 ottobre alle 21 a San Martino Alfieri nel Salone dell'Ex Confraternita

"Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare" per incontrare Vittorio Alfieri

Il 21 ottobre alle 21 a San Martino Alfieri nel Salone dell'Ex Confraternita, il Cenacolo Alfieriano presenta: "Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare", un incontro con Vittorio Alfieri, la sua Vita, l'Arte Poetica e Teatrale. Letture e brani musicali antichi. Lettori: Agostina Robba, Sivana Bego, Tiziana Miroglio, Giorgio Gallo, Lillo Agrò. Musicisti: Florio Michielon (ghironda e liuto), Antonio Santinelli (clarinetto). Regia di Alessandro Boero. Ingresso libero ad offerta volontaria.

IL Cenacolo Alfieriano da qualche anno propone Caffè letterali, Tragedie, Farse, Letture ed altro cercando di portare avanti un discorso su Vittorio Alfieri non soltanto per gli addetti ai lavori, ma rendendolo fruibile ai più, soprattutto per ricordare la grande importanza del grande trageda/scrittore astigiano.

Il 22 ottobre il Crasl19 in collaborazione con la FITel Provinciale, il Comune di Rocca d'Arazzo e le Associazioni Rocchesi organizza, dopo il successo delle prime due serate (Santì'Anna e San Carlo) la terza serata della prima Edizione di "Teatranti sulle Colline" (rassegna con compagnie teatrali amatoriali nelle frazioni).

Sarà in scena alle 20.30 nella Frazione di Santa Caterina di Rocca d'Arazzo, la Compagnia de "J'Amprovisa" di Piea che presenterà "L'Amur an Caserma", divertente farsa in piemontese con la regia di Lillo Agrò.

La compagnia degli “J’Amprovisa” di Piea d’Asti si presenta al pubblico non più con la loro usuale triade di sketch, ma con una vera e propria commedia brillante, composta da un atto unico, dal titolo: “L’amur an caserma” con la Regia di Lillo Agrò.

È una commedia che ci riporta a tempi non tanto lontani da noi eppure tanto diversi, dove il potere gravitava su delle figure concrete e ben visibili: il Brigadiere, l’Appuntato, il Parroco, il Sindaco ed anche il Macellaio; una struttura con i suoi pregi e difetti, ci ha guidato per anni e che si contrappone alla nostra società dove il potere s’è diluito e dissolto in un astratto privo di identità e responsabilità.

La caserma oltre a essere il centro della giustizia, per diverse traversie, si trasforma in un crocevia di sentimenti e di amori genuini ricchi di emozioni, non modulati dai freddi messaggi della tecnologia odierna, ma di quei buoni odori di inchiostro e lettere di amore.

Il tutto misto a equivoci brillanti in cui il destino la fa da padrone. La commedia provoca oltre la risata la nostalgia, che conserviamo nei nostri cassetti della memoria, ricordandoci, in contrapposizione ai nostri tempi, che l’amore è più importante della carriera.

Redazione

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