Storie di Orgoglio Astigiano - 21 gennaio 2023, 12:30

Storie di Orgoglio Astigiano. Fabio Mengozzi: "La mia musica in tutto il mondo. Amo Asti. Qui è iniziato tutto ciò che porto nel cuore"

Il compositore e pianista astigiano ai giovani: "Cercate la vostra vocazione, ciò che davvero vi fa differire dagli altri, come un timbro alla nascita. Ognuno di noi ha uno scopo nella vita. Non mollate mai". È uscito anche il suo nuovo album, "Musica con creta"

Fabio Mengozzi

Fabio Mengozzi

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio il brano Morning Mood, di Edvard Grieg, contenuto nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Fabio Mengozzi è un talento tutto astigiano. Ascoltarlo è illuminante: è come se trasformasse la sua musica nella filosofia che lo anima tutti i giorni.

La sua anima è profonda, così come la sua musica. Perché, in fondo, chi parla con il cuore è inevitabile riesca a farlo anche con la musica, vero linguaggio di chi ha una sensibilità fuori dal comune.

Fabio, partiamo dall'inizio. Come nasce la tua passione per la musica?

Non ho familiari musicisti, ma fin da bambino ho respirato la musica. Mia mamma era appassionata della musica lirica, la ascoltava anche quando era incinta. In casa avevamo una tastiera, in realtà acquistata per mio fratello maggiore, ma che lui non aveva mai usato. A quattro anni ho iniziato a suonarla, come per gioco, ripetendo con i tasti ciò che ascoltavo: vecchi dischi di lirica o sigle della tv. Tutto per conto mio.

Il tuo percorso, quindi, è iniziato da autodidatta?

Sì, ho imparato a leggere e a scrivere note da solo. I miei genitori, allora, si sono accorti della mia inclinazione e dopo qualche anno mi hanno iscritto al Verdi di Asti: a 9 anni ho iniziato in modo serio a studiare pianoforte. La mia prima insegnante è stata preziosissima, i primi insegnanti ti segnano, tracciano il tuo sentiero. Sono stato fortunato, Vittoria Moraschi, la mia prima insegnante, mi ha curato nei minimi dettagli. E poi, nella mia vita ho avuto la grande fortuna di avere come maestro anche Aldo Ciccolini, è stato uno dei più grandi pianisti dei tempi moderni. 

Cosa succede di lì a poco?

Di lì a poco ero già proiettato sulla scena: partecipavo ai concorsi nazionali e internazionali. Possiamo dire che nella fascia di età tra i 4 e i 9 anni ho sempre avuto un rapporto diretto con la musica, senza intermediazione di insegnanti, e questo, oggi, credo che mi abbia aiutato molto a sviluppare l'orecchio. E da lì ho scoperto di avere l'orecchio assoluto. Credo fosse anche merito di questa sorta di 'apprendistato' che ho fatto da bambino, forse mi ha dato una marcia in più.

Che cosa significa per te la musica?

La musica per me è sempre stata un modo per esprimere me stesso e per comunicare. Crescendo, aumentano quantità e qualità di ciò che si vuole comunicare al mondo: possono cambiare i concetti, ma fin da bambino l'ho usata come mezzo, come un secondo linguaggio.

Nel 2000 l'operazione alla mano. L'incubo dei pianisti. Ma...

Hai incontrato difficoltà nel tuo percorso artistico?

La mia strada era probabilmente segnata, mi piace pensare così. Non ho mai avuto difficoltà nell'imparare, ho sempre incontrato gli insegnanti giusti. Certo, alcune cose mi hanno lasciato l'amaro in bocca nel mio percorso, ma sono sempre andato avanti. Nel 2000 sono stato operato alla mano per un legamento lesionato. Avevo 20 anni. Per molti poteva essere un inconveniente impattante, ma invece su di me ha impattato positivamente. Dobbiamo essere capaci di cogliere il positivo in tutte le esperienze: dopo l'intervento ho ripreso a suonare e le cose sono andate bene. Dentro di me sapevo che poteva succedere il peggio, non è successo, ma sarei andato comunque avanti.

Che legame hai con Asti e con il territorio?

Asti è la mia città, quella in cui vivo ed è sicuramente legata alla mia persona. Ad Asti ho iniziato i miei primi studi, qui è iniziato tutto. Conserverò sempre il ricordo speciale dei miei insegnanti, del Verdi, dei miei compagni. Sono legato profondamente ad Asti, nonostante la mia attività si svolga soprattutto fuori. È una città graziosa, a misura d'uomo, dove mi trovo bene, a mio agio.

L'ispirazione... un mito romantico

E poi gli faccio una domanda sull'ispirazione. La risposta è spiazzante da tanto è vera.

Asti ha ispirato qualche tuo lavoro?

Io non credo nell'ispirazione. L'ispirazione è un concetto che risale al Romanticismo, l'idea che l'autore venga come rapito e che da lì scaturisca la sua arte. In realtà è un mito romantico. L'artista, secondo me, ha alle spalle studi e sacrifici e ha un mestiere nella scrittura. Alla base ci sono rigore e razionalità, poi ci sono momenti che viviamo come esseri umani prima che artisti che sono momenti di gioia, tristezza... questo va a costituire un serbatoio da cui si attinge quando si deve creare qualcosa. Noi conosciamo grandi compositori, ad esempio, che hanno scritto musiche di gioia pur essendo loro in un momento di grave difficoltà personale. Asti, come qualunque altro luogo, come qualunque viso e qualunque treno che ho preso, resta dentro di me. Tutto torna, non so cosa mi abbia suggerito Asti, sono processi un po' misteriosi del nostro inconscio, ma sicuramente Asti mi ha segnato.

Confrontarsi con Fabio apre la mente e insegna. Insegna ad andare oltre, a non accontentarsi, ad affrontare la vita con il giusto pensiero critico (nel senso etimologico del termine, quello dato dai Greci, l'idea di saper distinguere).

Che rapporto hai, invece, con gli astigiani?

Dipende. Se devo guardare i premi ricevuti o i concerti eseguiti ad Asti, sembra che ci sia più interesse alla mia musica fuori da Asti e fuori dall'Italia. Se, invece, come criterio vogliamo usare quello dei rapporti umani, ad Asti ci sono amici che non si lasciano sfuggire un cd, un nuovo brano, che sono partiti da Asti per ascoltare la mia musica fuori città. In generale, ci sono persone che mi scrivono dagli Stati Uniti, dal Giappone, persino dall'India, anche solo per dirmi che hanno ascoltato i miei lavori e che sono rimasti sorpresi. Questo, secondo me, è incredibile. Vuol dire che, davvero, la musica è un linguaggio universale. I compositori oggi fanno fatica a vedere eseguite le loro opere: spesso i brani vengono eseguiti una volta e basta. Invece diversi miei brani vengono ripresi in giro per il mondo, anche in paesi dell'Africa, del sud America, persino ad Haiti. Quando un brano viene eseguito da culture così differenti fa piacere, vuol dire che davvero la musica è un linguaggio universale, trascende ogni idioma, ogni cultura e questo mi ha sempre colpito. Questo serve molto di più di tante parole, di tanti proclami sull'uguaglianza, se si puntasse di più su ciò che lega gli essere umani. Spero che il mio piccolo contributo possa essere utile. 

Parliamo dei nuovi progetti

Sicuramente continuerà l'esecuzione dei miei brani in giro per il mondo. È uscita da qualche giorno anche la mia nona pubblicazione discografica. Si tratta di un nuovo album con 15 brani di musica concreta. La musica concreta consiste nell'usare come materiale sonoro suoni ambientali. Vengono registrati suoni dall'ambiente che poi vengono manipolati attraverso il computer. Da questi suoni sviluppati si possono ricavare cose anche completamente distanti dal suono originale, tanto che non si riesce più a capire la fonte originale. Ho deciso di dare un contributo a questo genere, che nel Novecento era stato interesse di alcuni compositori, soprattutto all'estero, e si è un po' perso. Ho calato questa scrittura in un contesto espressivo: volevo riuscire con dei suoni/rumori ambientali a creare qualcosa di poetico, di comunicativo. Spero di esserci riuscito.

Come si intitola il nuovo album?

Si chiama “Musica con creta”. Perchè così come per realizzare un vaso di creta bisogna modellare la materia, le mani dell'artigiano si sporcano di materia, allo stesso modo questo processo l'ho fatto con i suoni. E alla fine ho realizzato il mio vaso: 15 brani brevi di 1-2 minuti l'uno. E in copertina non poteva che esserci un vaso di creta che viene lavorato, creato. 

Cosa consiglieresti ai ragazzi giovani che vogliono intraprendere la tua strada?

Per prima cosa, credo che nella vita sia necessario capire quale sia la propria vocazione. Ognuno di noi ne ha una: ognuno di noi ha una particolarità, siamo tutti simili ma... dobbiamo trovare ciò che davvero ci fa differire dagli altri, come un timbro alla nascita. Ognuno di noi ha una missione, uno scopo nella vita: dobbiamo scoprirla e questo è il primo passo. Dopo non c'è altro da fare che mettere tutte le tue energie al servizio di questo proposito. Non devi pensare a nulla, non devi porti limiti, e ogni giorno, devi solo crescere un po' di più di quello precedente. Ci saranno difficoltà, spesso incontrerai persone cattive, invidiose, scorrette. L'unica cosa da fare è non perdere mai il contatto con questa fiammella interiore, che deve sempre stare accesa. Quando la fiammella inizia a scemare non si deve perdere la speranza, quella consapevolezza che tu sei nato per fare questa cosa. Se sei nato per questo nessun ostacolo ti bloccherà. La realizzazione non è solo sfondare, apparire, vincere Sanremo, cantare alla Scala: ma lavorare per trovare dentro di te quell'appagamento, è realizzarsi. Il segreto è non mollare mai. Se invece ti accorgi che di quella cosa puoi farne a meno, allora evidentemente hai fatto considerazioni errate e la tua via è un'altra.

Il videosaluto ai lettori e l'augurio speciale

Chi è Fabio Mengozzi

Pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano, Fabio Mengozzi è nato ad Asti nel 1980. Conseguito il diploma in pianoforte con il massimo dei voti sotto la guida del celebre pianista Aldo Ciccolini, si diploma successivamente anche in direzione d'orchestra e in composizione con il massimo dei voti. Sotto la guida di Azio Corghi nel 2004 ottiene il diploma di alto perfezionamento triennale in composizione presso l'Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma e nel 2009 consegue il diploma di II livello per la formazione dei docenti di pianoforte presso il Conservatorio G. Verdi di Torino.

La musica di Fabio Mengozzi è stata presentata in prestigiose sale di tutto il mondo: Algeria, Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Cina, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Haiti, India, Iran, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Montenegro, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Turchia, Ucraina.

È risultato vincitore del primo premio nei concorsi pianistici: Comune di Terzo d’Acqui, Città di Alassio, Città di Genova, Concorso Musicale Europeo Città di Moncalieri, Concorso Naz. di Musica per borse di studio di Tortona, F. Schubert di Tagliolo Monferrato, L. Perosi di Tortona, Cortile Casa Lodigiani di Alessandria, e del secondo premio nei concorsi pianistici Città di Genova, G. Vidusso di Milano, Concorso di Musica da camera Città di Moncalieri, Concorso Naz. di Musica Città di Asti e Città di Cortemilia.

È vincitore di vari concorsi di composizione, tra cui: 2° premio al Concorso di Composizione per orchestra premio Mozart Oggi di Milano, 2° premio al Concorso Internazionale di Composizione Giornate della Percussione di Fermo, 3° premio al Concorso Internazionale di Composizione Michele Pittaluga di Alessandria, Progetto Giovani Compositori Incontro con le musiche 2007 Forlì, finalista al Concorso di Composizione F. Evangelisti di Roma, e al Rosolino Toscano di Pescara.

Prestigiosi festival hanno ospitato musica di Fabio Mengozzi, tra cui: Winchester Modern Gallery (Victoria, Canada), “GlassWorlds” (Paris, Francia), Ateliersalen (Jægerspris, Danimarca), “Royal Danish Academy of Music” (Copenaghen, Danimarca), “La Nuit du Piano Minimaliste”(Collioure, Francia), “2nd Night of Minimal Piano” (Kiev, Ucraina), "Rimsky-Korsakov St. Petersburg State Conservatory" (San Pietroburgo, Russia), Normansfield Theatre (Teddington, Regno Unito), “University of Minnesota Duluth New Music Festival” (Duluth, USA), “Climatekeys” (West Palm Beach, Usa), “Palm Beach Atlantic University” (Usa), New York University Casa Italiana Zerilli Marimò (Usa), “Opus 16 Concerten” (Heythuysen, Paesi Bassi), “3rd Aegean Arts International Festival” (Creta, Grecia), Erateio Odeio Conservatory (Atene, Grecia), “Kadriorg Palace” (Tallinn, Estonia), "TCPA" ("Trivandrum Centre for Performing Arts", India), Akademia Muzyczna im. Karola Lipińskiego (Wrocław, Polonia), Kolarčeva Zadužbina Concert Hall (Belgrado, Serbia), Florentinersaal (Graz, Austria), "Listasafn Íslands við Tjörnina" (Reykjavík, Islanda), “Nuova Consonanza” (Sala Accademica del Conservatorio Santa Cecilia - Roma), Spazio Espositivo Tritone (Roma), “MITO/SettembreMusica” (Torino), Unione Culturale “F. Antonicelli” (Torino), Teatro Piccolo Regio “G. Puccini” (Torino), Conservatorio “G. Verdi” (Torino), Cattedrale di San Giovanni (Torino), Palazzo Saluzzo Paesana (Torino), Auditorium “Vivaldi” (Torino), “Gli Amici di Musica/Realtà” (Palazzina Liberty - Milano), Stagione Sinfonica “I Pomeriggi Musicali” (Teatro Dal Verme – Milano), Liceo Musicale “A. Masini” (Forlì), "Casa della Musica" (Parma), “Liuteria in Festival” (Cremona), Teatro Filodrammatici (Cremona), “I concerti alla Villa Bellini” (Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” - Catania), Auditorium Parco della Musica (Roma), Sala Ciampi (Roma), Villa “Il Vascello” (Roma), Centro Culturale Candiani (Venezia), “Festival Internazionale del clarinetto” (Todi), “I concerti dell'UTEA” (Asti), Teatro Alfieri (Asti), “Festival Verdi Off” (Parma),“39ma Rassegna di musica antica e contemporanea – Antidogma Musica” (Manta), Conservatorio “A. Pedrollo” (Vicenza), Conservatorio "S. Giacomantonio" (Cosenza), Palazzo Adami Lami (Firenze).

Suoi brani sono pubblicati da Bèrben Edizioni Musicali, Edizioni Musicali Sconfinarte e Taukay Edizioni Musicali.

Ha al suo attivo diverse pubblicazioni discografiche, tra cui: "Mistero e poesia", “Orpheus”, “Romanza alla Terra”, “Melodia lunare V”, “Via crucis”.

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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