- 11 febbraio 2023, 09:30

Asti candidata Capitale della Cultura

Nuova uscita per la rubrica "Lavorare stanca. Allora leggi"

Foto Letture

Foto Letture

Un anno fa postai una foto di uno scorcio astigiano, scrivendo: “Città rossa, eternamente imbarazzata dalla sua bellezza”.

Dopo un suo like cominciai a chiacchierare con Inti Sartoretto (che se non conoscete andato a curiosare: è un pazzo che organizza eventi culturali e serate in discoteca valorizzando qualsiasi cosa tocchi). 

Gli dissi di come per la prima volta in vent’anni stavo alzando gli occhi dal pavimento di frasi fatte che ero abituata a ripetermi “Asti è troppo piccola”, “chi me lo fa fare a stare in un posto che offre così poco”. 

Lui mi raccontò di come, nato in un paesino e poi trasferitosi qui, si innamorò del suo potenziale inespresso.

In questo anno più volte ci siamo confrontati e osservati mentre guardavamo la città e suoi progetti con gli occhi lucidi: ci è sempre sembrata viva, piena, pulsante.  

In questo anno, senza che mi interessasse sapere dove stessi andando, mi sono persa tra le vie di Asti e mi sono persa tra le sue iniziative. Praticamente ho passeggiato in questo borgo medioevale avvolta d’arte e letteratura. 

Ha la selvaggia bellezza del mattone, la ruvidezza della pietra, il fascino dell’antico. 

E’ calda, maestosa, rossa, silenziosa. 

A fare rumore è la trama di spettacoli ed eventi che la animano.

Ho trovato conforto prima nelle librerie e poi nei gruppi di lettura, negli aperitivi e incontri culturali del Fuoriluogo, nella rassegna dell’Ecole. Ho riscoperto la fierezza del Teatro Alfieri, delle mostre nel suo foyer con Schermi di Carta e la freschezza di Sala Pastrone e del cinema all’aperto. Ho creato un dialogo anche con un’istituzione come la Biblioteca Astense che, nonostante possa permettersi di adagiarsi sulla tradizione, sta provando a fare cambiamenti fluidi e innovativi. L’incontro con autori contemporanei reso possibile grazie ad Asti D’Appello. Le mie convenzioni sono state messe in discussione dalle perfomance che muovono lo Spazio Kor. La musica del Diavolo Rosso. E i mercatini, e Griffi con le sue Ferrovie.  

Poi fosse per me farei pure un elenco dei ristoranti e osterie migliori eh ma magari nel prossimo articolo. 

Questo per dire che non mi ha sorpresa vedere un reel di Paride Candelaresi, stimolo letterario e assessore alla cultura, commosso e pacato mentre dice “Asti è stata selezionata tra le dieci città scelte come capitale italiana della cultura 2025”. Dice che è uno scrigno da aprire fatto di monumenti, storia, vino, tartufo, spettacolo, tradizione contadina, colline, sole e stradine. Anche Massimo Cotto definisce Paride come “un pazzo che può fare del bene a questa città”. 

Vi invito ad immergervi nella suggestiva luce astigiana anche attraverso le fotografie di Gabriele Picello, condivise da Paride su Facebook. Ma in realtà ieri scrollavo Instagram e ho visto degli scorci pazzeschi al tramonto sul profilo di Nicolò Pujia (Nipu, per chi se ne intende). Poi certo, anche su igers.asti, astidascoprire e asti.piemonte.italy c’è del materiale infuocato!

I luoghi culturali sono tanti e ancora di più quelli che potrei non aver menzionato o che potrei non aver ancora conosciuto. 

Mi piacerebbe approfondire ancora di più Asti, parlarne con ancora più meraviglia e dare voce alla sua vivacità.

Per questo vi invito a contattarmi sui miei profili social, coltiviamo la cultura!

Aurora Faletti

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