L’articolo pubblicato giovedì per rendicontare il pessimo risultato ottenuto dall’Astigiano nell’ambito della classifica nazionale dei “Luoghi del cuore” (CLICCA QUI per rileggerlo), campagna promossa da FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo per valorizzare i luoghi di maggior rilevanza, ha suscitato molteplici commenti social (CLICCA QUI per leggerli).
Come del resto accaduto anche con anche il successivo approfondimento a cura di Davide Palazzetti nell'ambito della rubrica settimanale "Viviamo in un posto bellissimo" (CLICCA QUI per leggerli), dimostrando conseguentemente che la tematica lascia tutt’altro che indifferenti gli astigiani.
E allora perché per trovare il primo “Luogo del cuore” del nostro territorio è necessario scorrere la classifica fino alla 166esima posizione, occupata dal castello di Frinco? Abbiamo cercato di comprenderlo meglio interpellando Anna Lidia Goria, capo delegazione FAI di Asti, l’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi e la consigliera provinciale con delega alla Cultura Anna Macchia.
“Diciamo che quella dei luoghi del cuore è un po’ una ‘corsa’ che i cittadini fanno per far emergere un luogo che amano, quindi non sempre si riesce a convogliare molte persone su un unico luogo, in modo continuativo”, premette la Goria.
“Nel 2018 la ex chiesa del Gesù chiuse al 16esimo posto nazionale e probabilmente avremmo potuto ritrovarla in posizioni ancora migliori nelle edizioni successive, ma in realtà parliamo di iniziative spontanee dei cittadini – aggiunge – Noi facciamo da collettori di questi voti, ma sull’ottenere buone performance incidono vari meccanismi. Quindi, secondo me, la domanda andrebbe rivolta alla collettività: come mai gruppi di cittadini non si sono sentiti spronati a dedicarsi alla promozione di una delle molte emergenze o un luogo amato?”
“Va poi ricordato – ha sottolineato – che nel caso dell’ex chiesa del Gesù c’era stata una febbrile attività promozionale da parte dell’amministrazione del Parco Paleontologico Astigiano, come del resto quest’anno ha fatto Frinco con il proprio castello. Su questo fronte va dato atto ai nostri ‘cugini’ alessandrini di essere molto bravi (oltre al terzo posto nazionale, hanno ottenuto numerosi 'piazzamenti' di rilievo, ndr.). Ci sono gruppi che operano nelle scuole, nelle caserme, nei luoghi di ritrovo… Non dico vadano porta a porta, ma poco ci manca”.
E’ comunque doveroso sottolineare che, per l’appunto, qualunque privato cittadino può proporre al FAI il proprio ‘luogo del cuore’ e attivarsi per farlo conoscere e votare e che negli ultimi anni è aumentato anche l’interesse da parte delle Amministrazioni delle singole aree. Ancora la capo delegazione: “Ci scrivono sindaci e cittadini chiedendoci come fare per inserire la piccola pieve piuttosto che un’altra struttura… Ma, come detto, noi siamo collettori di voti altrui. Basterebbe che chi ha a cuore un luogo specifico colga l’opportunità offerta e si muova con largo anticipo”.
“Anche perché – conclude – al netto dei premi che vanno ai luoghi che occupano le prime posizioni in classifica, ottenendo 2.000 o 2.500 voti si può accedere a un bando per far finanziare da Intesa Sanpaolo i progetti di recupero o divulgazione del proprio ‘luogo del cuore’”.
Rimarcando ulteriormente che le Amministrazioni, comunali o provinciali che siano, non hanno alcuna responsabilità diretta nell’ambito di questa iniziativa, è inevitabile che il risultato tutt’altro che soddisfacente ottenuto dall’Astigiano susciti reazioni e commenti da parte di chi opera quotidianamente nell’ambito della divulgazione culturale.
CANDELARESI: "NECESSARIO PERCORRERE TUTTE LE STRADE PER PROMUOVERE LA CULTURA"
“Mi dispiace davvero molto che in questa edizione non vi sia stato un luogo culturale che abbia ottenuto il giusto riscontro – ha commentato Paride Candelaresi, assessore comunale alla Cultura – E probabilmente, per quanto ci riguarda, non abbiamo lavorato a sufficienza sulla promozione social dell’iniziativa”.
“In molti non sanno ancora bene cos’è il FAI e come opera, pertanto non partecipano alle iniziative – ha aggiunto – Personalmente ho riscontrato, con riferimento alla candidatura di Capitale Italiana della Cultura, che da quanto la promuoviamo sui social in tanti ci chiedono di taggarli e la rilanciano”
“E’ altresì vero che non spetta prettamente alle Amministrazioni promuovere specifici ‘luoghi del cuore’ – ha argomentato – ma nulla vieta di svolgere il ruolo di cassa di risonanza o di contribuire per far convergere i voti su uno specifico luogo, come detto anche con il supporto dei social network”.
“Ricordo – ha concluso – quando un paio d’anni fa pubblicai un post per promuovere la candidatura della chiesa di San Rocco, gioiello architettonico che vedevo tutte le mattina andando al lavoro. Ottenne moltissimi like e condivisioni e in poche ore ne traemmo ottimi riscontri, vedendola salire molto nella classifica. Quindi sono dell’idea che per promuovere la cultura vadano percorse tutte le strade e non mancheremo di farlo”
NO COMMENT DA PARTE DELLA PROVINCIA
Da segnalare infine che Anna Macchia, sindaco di Villafranca d’Asti e consigliera provinciale con delega alla Cultura, rimarcato che la Provincia non ha responsabilità dirette in merito a questa o altre iniziative, ha preferito non rilasciare commenti a riguardo.