Con la chiusura della Casa di Riposo città di Asti 51 persone a tempo indeterminato, assunte come dipendenti pubblici hanno perso il posto di lavoro e altrettante a tempo determinato si trovano senza lavoro.
Per i lavoratori a tempo indeterminato si è aperta la procedura di mobilità e non possono accedere ad ammortizzatori sociali. Si parla di operatori socio sanitari, addetti alle cucine, alla manutenzione, personale amministrativo che dal mese di dicembre sono senza reddito.
Secondo un'interrogazione urgente del consigliere Mario Malandrone (Ambiente Asti), fino alla data del 1 marzo c'era stata la ricollocazione di 2 dipendenti su 51, uno in provincia di Alessandria e uno nel Torinese.
"Intorno a fine febbraio (con ben due mesi di ritardo) - scrive - è partita la richiesta da parte della Regione a Finpiemonte per ottenere la garanzia dell’anticipo degli stipendi dei dipendenti, che non lo ricevono da un paio di mesi. Ci risulta che il Comune di Asti abbia negli ultimi mesi del 2022 nuovamente avanzato la richiesta alla Casa di Riposo relativa all’Imu e che nuovamente la Casa di riposo (attraverso il Commissario) abbia fatto ricorso come in passato".
"Ci risulta, continua il consigliere, che più volte il Comune di Asti abbia avuto torto rispetto alla richiesta di IMU verso la Casa di Riposo Città di Asti, più volte si è pronunciata la Commissione Tributaria provinciale, e quella Regionale accogliendo il ricorso dell’IPAB volto a non pagare l’IMU al Comune".
Il Comune aveva presentato ricorso, contestando il fatto che l’Imu andava pagata sulla parte commerciale, ma che invece l’ex IPAB (non essendo una RSA privata) contestava il fatto che di conseguenza non andava pagata.
Con l'interrogazione il consigliere chiede conto su quanti siano esattamente i dipendenti ricollocati e l'impegno preso dal Comune, Provincia, Asl, Consorzi Assistenziali del territorio nel tentare di ricollocare i dipendenti della Casa di Riposo.
Qui l'interrogazione integrale.