La filosofia e le sue voci - 25 marzo 2023, 09:00

L'intelligenza sotto esame

Nuovo appuntamento con le riflessioni di Simone Vaccaro, per la rubrica "La filosofia e le sue voci"

Ph Tekatlon

Ph Tekatlon

L'intelligenza sta tutta nel recupero e nell'utilizzo dell'informazione, in modo tale che ciò che si è imparato possa essere generalizzato ed esteso a situazioni nuove

Henry Gee, La specie imprevista

Bisogna essere prudenti nel fornire definizioni le più chiare e semplici possibili. E bisogna essere altrettanto accorti se si vuole far sì che la definizione così approntata non sia una semplice formulazione, magari elegante e precisa, ma del tutto avulsa dalla realtà concreta che viene a cadere sotto ciò che è stato appena definito. Per questo bisogna essere ancora più cauti se si vuole definire ciò che rappresenta la differenza specifica dell'esser-umano rispetto gli altri esseri viventi: l'intelligenza. Ora, chiariamo subito un punto. Nella formulazione aristotelica la differenza specifica è la natura razionale dell'animale uomo. Il che è abbastanza corretto, ma solamente abbastanza. Difatti sappiamo che la razionalità è solamente una delle modalità attraverso le quali l'intelligenza si manifesta. Con il termine intelligenza si considerano oggi una molteplicità di fattori, una pluralità di intelligenze che vanno dalla canonica razionalità computativa (da ratio, che significa tanto calcolare quanto argomentare) alle più diversificate intelligenza emotiva, visiva, empatica e così via. L'intelligenza, in poche parole, si presenta come intrinsecamente "dinamica" (prendo spunto, spostando un po' l'asse argomentativo, dal titolo del libro di David Eagleman, per l'appunto, L'intelligenza dinamica) e plurale. 

Per questo sembra assai ardito rinserrarla all'interno di una definizione che ne sancisca limiti e attributi. Eppure, Gee, Senior Editor per la rivista Nature, ha provato a trovare quelle condizioni formali che potessero collegare tutti i fili e fornire così uno sguardo complessivo al problema. Prima di entrare un po' più nel dettaglio della citazione di questa settimana, è giovevole ricordare l'occasione per la quale è stata formulata: il libro da cui è tratta è dedicato a rintracciare l'evoluzione dell'esser-umano, dai primi ominidi fino alla nostra specie. Molto interessante sarà allora scoprire che non si tratta di una evoluzione di stampo teleologico - la natura è finalizzata a produrre come compimento del suo corso quell'essere intelligente per eccellenza che è l'uomo - ma di una congerie di evoluzioni, di diramazioni di molteplici storie, alcune bruscamente interrotte, altre confluite in più resistenti linee evolutive. Insomma, se l'uomo è il frutto di molteplici evoluzioni, allora anche le sue facoltà distintive non possono che essere orientate pluralisticamente.

Forti di ciò torniamo alla definizione: l'approccio che la contraddistingue è schiettamente esperienziale: l'intelligenza sarebbe quindi la capacità di apprendimento affinata dall'esperienza e che, conseguentemente, mostra di aver appreso in primo luogo nella formalizzazione universale di procedure da seguire e poi nella successiva applicazione ad una casistica concreta e giocoforza contingente, che presenta dinamiche nuove, ma perfettamente comprensibili in virtù della precedente formalizzazione universale. Un buon esempio per comprendere questo processo è il nostro utilizzo di uno smartphone: dopo aver fatto pratica con un modello, una volta sostituito con una versione più aggiornata della medesima linea o financo con un altro prodotto, riusciamo dopo pochi tentativi - o comunque in numero minore rispetto alla situazione passata - a gestire la nuova interfaccia e le nuove funzionalità, risolvendo il problema. A ciò aggiungiamo la capacità di modulazione e modificazione della nostra intelligenza: la sua plasticità, ovvero la capacità di applicare le regole universali alla singolarità casistica che forza le regole stesse e che completa il primo processo, di natura inverso.

Universalità, plasticità e apprendimento: queste sono alcune delle caratteristiche più interessanti della nostra intelligenza che plasmano il nostro modo di essere al mondo e che contribuiscono alla definizione stessa della nostra specie.

Simone Vaccaro

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