Abbiamo assistito con un certo sconcerto all’operato della Regione Piemonte per la concessione del patrocinio al Disability Pride, vicenda ben riassunta dalle parole del nostro amico e compagno Marco Castaldo (CLICCA QUI per rileggere la lettera)
In sintesi gli organizzatori del Disability Pride, che ricordiamo essere la manifestazione pacifica per i diritti delle persone con disabilità, si sono visti negare il patrocino dall’Assessore regionale Marrone, per poi un’improvvisa retromarcia del Presidente Cirio che, vergognandosi dell’operato del collega, o forse per tutelare la propria immagine a livello pubblico, l’ha concesso.
La giustificazione è stata quella per cui in regione volevano prima verificare che l’Associazione Luca Coscioni, tra gli organizzatori dell’evento, non parlasse durante la manifestazione di suicidio assistito.
Il patrocinio è così passato dall’essere il sostegno della Regione ad attività costituzionalmente legittime e di impatto culturale e sociale a un giocattolo in mano all’ in-sensibilità dei singoli, o peggio dei partiti, con cui legittimare l’operato di chi la pensa esattamente, in tutto e per tutto, come loro, anche su argomenti non prettamente inerenti alla manifestazione per cui è richiesto.
La Regione Piemonte, in primis Marrone e Cirio, hanno deliberatamente provato a delegittimare non solo il Disability Pride ma anche il legittimo diritto delle persone con disabilità e di tutti di richiedere l’abbattimento delle barriere fisiche, sociali, culturali e sensoriali al fine di vivere autonomamente la propria vita.
La volontà di non dare il patrocinio o di darlo solo a patto di un qualcosa trasforma il sostegno dell’ente pubblico in un ricatto, un’arma nelle mani di chi, in quel momento, è al potere, senza tenere conto della volontà di chi quel patrocinio invece l’ha richiesto credendo che le istituzioni si interessino ai bisogni della popolazione, e non a una continua “guerra” elettorale.
Mi chiedo ora, di un patrocinio dato così, senza condivisione di interessi, battaglie, fiducia, il Disability Pride cosa se ne fa.
Vittoria Briccarello - Consigliera comunale Uniti si può